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 2015  giugno 25 Giovedì calendario

La Corte Costituzionale boccia il blocco dei contratti per gli statali • Difficile l’accordo europeo sull’immigrazione, il governo aumenterà i rimpatri • Stefano Fassina lascia il Pd • La Procura di Napoli chiede cinque anni per Berlusconi • Telecom è sempre più francese • Suicida l’imprenditore Egidio Maschio • Johnny Depp vende la casa di St.Tropez • La lista di nozze al supermercato


Contratti La Corte costituzionale cancella il provvedimento, in vigore dal 2010, del blocco dei contratti nella pubblica amministrazione. Ma la sentenza non ha valore retroattivo. I sindacati confederali ora chiedono al governo «l’apertura delle trattative per rinnovare subito i contratti di 3 milioni e mezzo di lavoratori». [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Immigrazione I ventotto capi di Stato e di governo della Ue oggi decidono sul l’Agenda immigrazione elaborata dalla Commissione europea, che si articola su tre punti: redistribuzione e reinsediamento dei migranti richiedenti asilo, rimpatri degli irregolari economici e cooperazione con i Paesi di origine e transito. I Ventotto fino all’ultimo sono rimasti divisi sulla parte che riguarda la ridistribuzione obbligatoria. Contrari per motivi differenti Gran Bretagna e Danimarca, i Paesi Baltici e i Paesi dell’Est Europa con Ungheria e Slovacchia in testa. Nella bozza l’obbligatorietà si è trasformata in un impegno volontario vincolante da parte degli Stati che «concordano sulle seguenti misure interconnesse: a) la ridistribuzione in due anni dall’Italia e dalla Grecia agli altri Stati membri di 40mila persone in chiaro bisogno di protezione internazionale, a cui parteciperanno tutti gli Stati; b) la rapida adozione da parte del Consiglio di un meccanismo temporaneo ed eccezionale per la ridistribuzione».

Voli Siccome si tratta di un intervento «per fronteggiare l’emergenza», sembra impossibile un costante sistema di ridistribuzione dei migranti. Quindi il governo ha deciso di incrementare i voli di rimpatrio. Dall’inizio dell’anno ce ne sono stati 24, ognuno con 50 persone. Adesso si sta cercando di farne due a settimana. Poi sono in corso nuove trattative per intese e patti con i Paesi da cui proviene la maggior parte dei migranti. Lettere di invito sono state spedite ai vertici delle forze dell’ordine di Costa d’Avorio, Senegal e Ghana, da cui partono migliaia di persone. Secondo i dati aggiornati al 22 giugno, quest’anno ne sono giunte oltre 4mila soltanto dai primi due Paesi. Questo consentirà di programmare almeno otto viaggi al mese, quasi interamente finanziati dall’Ue, in modo da raddoppiare il numero dei rimpatri. L’Italia sembra comunque intenzionata a creare quei centri di smistamento, gli «hotspot», con la presenza di osservatori internazionali. Ogni struttura potrà ospitare circa 300 persone e saranno sistemate nei porti di arrivo, dunque in Sicilia, Puglia e Calabria. L’Unione chiede che gli stranieri vengano tenuti in custodia fino al termine della procedura, ma su questo l’Italia sembra decisa a non cedere anche perché la nostra legislazione non lo prevede.

Pd Stefano Fassina annuncia che lascia il Pd. A spingerlo definitivamente verso questa posizione è la decisione di «mettere la fiducia sul ddl scuola». Lascia anche Monica Gregori. La loro prospettiva è la creazione di un nuovo soggetto politico. Il primo appuntamento sarà il 4 luglio, quando si riuniranno Sel e alcuni dei democratici (Cofferati, Civati) già usciti dal partito.

Berlusconi Per la compravendita dei senatori che mirava a far cadere il governo Prodi la Procura di Napoli chiede la condanna a 5 anni senza attenuanti. Secondo gli inquirenti l’ex premier fu il «regista, il finanziatore e il beneficiario», di un piano, la cosiddetta “Operazione libertà”, che tra il 2006 e il 2008 si concretizzò in «un colossale investimento economico diretto ad ottenere il risultato che interessava Berlusconi, anzi lo ossessionava come ha riferito uno dei testimoni: mandare a casa il governo Prodi».

Telecom Il gruppo francese Vivendi è salita al 14,9% delle azioni Telecom, diventandone così il primo socio. Lo hanno fatto in più passaggi: prima rilevando dalla spagnola Telefònica l’8,24% del capitale ordinario. Poi ha «recentemente acquisito l’1,9% di azioni ordinarie Telecom Italia» e «ha ulteriormente aumentato il 22 giugno la sua partecipazione del 4,76% per un totale del 6,66%, con un investimento complessivo dell’ordine di 1 miliardo di euro circa». Gli azionisti italiani di Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Generali, che assemblano circa il 7,6%, proprio in questi giorni si stanno organizzando per uscire. A questo punto, i principali soci di Telecom alle spalle dei francesi sono i cinesi di People’s Bank of China, con una partecipazione del 2,08%. Dopo di loro c’è il fondo americano Dodge & Cox international stock fund, con 201,5 milioni di titoli, pari all’1,5% del capitale ordinario. Il gruppo inglese del risparmio gestito Majedie, attraverso diversi fondi, ha circa l’1,33% di Telecom, mentre Blackrock ha poco più dello 0,9%.

Suicidio Egidio Maschio, 73 anni. Insieme al fratello Giorgio nel 1964 si era inventato la «casetta delle frese» nella stalla di casa sua. Quell’esperimento, in 51 anni di attività, era diventato il Gruppo Maschio Gaspardo, che produce macchinari agricoli: 2.000 operai, 19 stabilimenti, filiali in Cina, India e Romania. Il fatturato dell’azienda dal 2009 al 2014 era quasi passato da 118 a 324 milioni, ma qualche segno la crisi lo aveva lasciato: un accordo integrativo coi lavoratori, tre anni fa, in cui gli operai avevano rinunciato agli aumenti, una vertenza sindacale su 17 esuberi appena conclusa col ricorso ai contratti di solidarietà, e soprattutto un esposto con le banche che aveva superato 100 milioni di euro. Però Per Egidio Maschio erano diventate regola le donazioni a enti benefici e carabinieri, le visite in parrocchia, le assunzioni di padri disperati o appena salvati dal suicidio. Proprio come la grigliata coi 600 operai delle filiali italiane che si svolgeva tutti gli anni a luglio. All’alba di ieri, come tutte le mattine, il signor Maschio arrivò con la sua Mercedes allo stabilimento di Cadoneghe. Salutò come sempre il custode nel gabbiotto d’ingresso. Scese dall’auto tenendo, non visto, il suo fucile da caccia tra le mani. Entrò in ufficio, chiuse la porta, appoggiò l’arma sul davanzale della finestra, con la canna puntata al petto. Con l’aiuto di un righello tirò il grilletto. Un solo colpo gli spaccò il cuore. Poco dopo le sei di mattina, nell’azienda “Maschio Gaspardo” di via Einstein a Cadoneghe, provincia di Padova.

Depp Johnny Depp, patrimonio personale stimato di 350 milioni di euro, vende la casa di St. Tropez con tutto quello che contiene. Si tratta di una villa al centro di una proprietà di 1,4 km quadrati con varie casette coloniche, studio da pittore con luminoso skylight, grande piscina con beach bar e skate park. Arredamento interno ispirato allo stile piratesco, 12 camere e 12 bagni. Depp aveva comprato casa nel 2001, ma quando la storia con la sua compagna, Vanessa Paradis, è finita ha deciso di disfarsi di tutto. Prezzo: 23,11 milioni di euro (Persivale, Cds).

Lista Adesso si può fare la lista di nozze al supermercato. Per esempio alla Crai: «Apri la tua lista nozze sul sito Crai e invita amici e parenti a contribuire. La somma raccolta verrà convertita in buoni spesa del valore di 20 euro ciascuno che utilizzerai nel tuo negozio» (Corbi, Sta).

(a cura di Daria Egidi)