La Stampa, 25 giugno 2015
Obama rassicura Hollande dopo le rivelazioni di Wikileaks sulla Nsa: «Non spiano più, sono pratiche del passato». Fra i documenti una frase del leader francese su Merkel, «ossessionata dalla stabilità»
Si vede bene anche da sotto, dalla piazza della Concorde, così grande che non finisce mai: all’ultimo piano del solido edificio dell’ambasciata americana, in piena Parigi, le finestre sono un’illusione, puro trompe-l’oeil. Secondo i media francesi, proprio lì si nasconderebbe il bunker supertecnologico utilizzato dagli americani per spiare gli inquilini dell’Eliseo, a meno di un chilometro di distanza. È il nuovo scandalo targato WikiLeaks : documenti che attestano intercettazioni telefoniche continue su François Hollande e i suoi due predecessori, Nicolas Sarkozy e Jacques Chirac. Anche se, a dire il vero, i toni polemici tra la Francia e gli Usa si sono già abbondantemente smorzati.
«Ci si spia da millenni»
La «bomba» è scoppiata ieri mattina, con estratti di cinque rapporti top secret della National security agency (Nsa) statunitense, pubblicati dal sito Mediapart e dal quotidiano «Libération». E forniti dal solito WikiLeaks. «I francesi hanno il diritto di sapere che il governo che hanno eletto fa l’oggetto di una sorveglianza ostile da parte di quello che si suppone sia un suo alleato», ha detto il fondatore Julian Assange, che vive recluso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra ormai da tre anni.
La mattina Hollande ha subito convocato d’urgenza un consiglio di difesa. È partita la macchina degli appelli sprezzanti, sia da sinistra che da destra («è inaccettabile tra alleati», ha sottolineato Stéphane Le Foll, portavoce del governo). La Casa Bianca ha sottolineato laconicamente che «non abbiamo come obiettivo l’intercettazione delle comunicazioni del presidente Hollande», senza nulla specificare su Sarkozy e Chirac. I media americani (a differenza di quelli francesi, indiavolatissimi) hanno buttato acqua sul fuoco e un’agenzia della Ap ha precisato che, «al di là dell’imbarazzo diplomatico degli americani, gli amici si spiano tra di loro da millenni». In serata Hollande ha cominciato a dire che «la cooperazione tra l’intelligence del nostro paese e quella statunitense deve proseguire». Poi si è sentito al telefono con Barack Obama. Che ha ribadito il suo «fermo impegno» contro lo spionaggio nei confronti degli Stati alleati.
Altri leak in arrivo?
Insomma, la pace sembra fatta. O quasi. Ma cosa c’è di tanto scottante nei documenti segreti dell’Nsa? Il documento più recente risale al 22 maggio 2012, pochi giorni dopo l’elezione di Hollande. «Il presidente è molto preoccupato per la Grecia», si legge nel rapporto. Aveva da poco incontrato Angela Merkel e Hollande l’aveva trovata «ossessionata dal patto europeo di stabilità e dalla Grecia che in realtà ha abbandonato al suo destino». Il presidente neoeletto aveva contattato Sigmar Gabriel, alla guida dell’Spd, che aveva convocato a Parigi per un incontro segreto all’insaputa della Merkel.
Niente di dirompente, anche se l’Intelligence americana ed europea teme che nuove rivelazioni su politici francesi spiati dagli Stati Uniti possano uscire nelle prossime ore. Coincidenza (ma neanche tanto, visto che il provvedimento è da tempo nel mirino dei giornalisti di Mediapart) in questi giorni il Parlamento francese sta dando il via libera definitivo alla riforma dell’intelligence, che paradossalmente prende come modello proprio l’Nsa. Ma lo scandalo (o pseudo tale) non riuscirà a bloccarla.