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 2015  giugno 24 Mercoledì calendario

Per Fabio Capello si prospetta un divorzio dorato dalla Russia: 22 milioni di euro per dire addio alla panchina della nazionale. È la fine di un’esperienza sportiva non certo esaltante per il c.t. più pagato al mondo (sette milioni l’anno più bonus). Si parla già del successore: Leonid Slutsky, tecnico del Cska

Oggi potrebbe essere il D-Day: il giorno del divorzio tra Fabio Capello e la nazionale russa, matrimonio ricchissimo ma avaro di soddisfazioni sia per il tecnico italiano sia per la federcalcio che lo ha assunto. Secondo la stampa russa – Sport-express.ru in particolare – il presidente onorario della Federcalcio russa Vyacheslav Koloskov si sarebbe lasciato sfuggire l’intenzione di «mollare» Capello: nella riunione convocata per oggi, il presidente ad interim Nikita Simonyan comunicherà al comitato esecutivo la risoluzione del contratto con il c.t. italiano (e il ministro dello Sport Vitaly Mutko aveva proprio rimandato alla riunione del comitato le decisioni dopo il k.o. interno con l’Austria nelle qualificazioni a Euro 2016). La scelta dei termini risulta determinante: secondo Koloskov, Simonyan avrebbe infatti raggiunto un accordo con Don Fabio per mutuo consenso a determinate condizioni.
MILIONI E USMANOV A fronte di risultati sportivi tutt’altro che esaltanti (l’eliminazione al primo turno al Mondiale in Brasile, appena due vittorie – di cui una a tavolino – nelle prime gare di qualificazione a Euro 2016, la recentissima sconfitta casalinga con l’Austria), il punto chiave è proprio il ricchissimo contratto che Capello ha rinnovato a gennaio 2014, perdipiù in euro e non in rubli, dettaglio non trascurabile considerando che la valuta russa nel frattempo ha perso un quarto del suo valore. Capello è il c.t. più pagato al mondo, con sette milioni di euro l’anno più bonus. A lungo, quei soldi non li ha proprio visti. Il suo stipendio non è stato corrisposto per mesi, praticamente dal Mondiale a febbraio scorso, quando un prestito di circa 5,5 milioni di euro dell’oligarca Alisher Usmanov, azionista dell’Arsenal e finanziatore della federcalcio, ha coperto il debito nei confronti di Capello. Lo stesso Usmanov è dovuto intervenire di nuovo non più tardi di tre giorni fa con un altro prestito, stavolta di quasi 5 milioni, perché da aprile di nuovo Capello era rimasto senza stipendio. Il totale dell’intervento dell’oligarca supera i 10 milioni, di conseguenza anche il «dovuto» annuo al c.t. italiano. Il che fa presupporre che si possa trattare di un «anticipo» su quanto spetterebbe a Capello in caso di licenziamento: in una tale situazione, il suo contratto stabilisce infatti che gli siano dovuti tutti gli emolumenti fino alla scadenza del contratto (giugno 2018 o dopo l’ultima partita del Mondiale in Russia), più tutti i bonus. Si parla di oltre 32 milioni di euro, meno i 10 che ha già preso. Tanti, forse troppi per una federcalcio che è dovuta ricorrere all’aiuto di Usmanov, che proprio ieri ha tagliato 500 milioni di euro dal budget per il Mondiale e che progetta di coinvolgere i carcerati nei lavori per gli stadi (non nei cantieri ma nella preparazione dei materiali). Lo stesso Simonyan, interpellato da Sport-Express, ha «rimandato», più che smentito, le voci, ribadendo che Capello sarebbe rimasto in carica finché la federcalcio non avesse sistemato le pendenze economiche con lui. Ma intanto si parla già del successore, individuato in Leonid Slutsky, tecnico del Cska.