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 2015  giugno 24 Mercoledì calendario

L’industria degli aerei vola più basso. Per Deloitte i ricavi 2015 delle prime 100 società registreranno solo un +1,5%, dopo il +1,9% del 2014

La cattiva notizia per Finmeccanica è arrivata dall’Arabia Saudita. Durante i fuochi d’artificio al salone aerospaziale di Le Bourget, a Parigi la scorsa settimana, il 16 giugno il ministro dell’Interno saudita ha scelto l’aereo militare da trasporto tattico in una gara internazionale alla quale partecipava anche Alenia Aermacchi con il C27J Spartan.
Diversi anni fa Finmeccanica era riuscita a vendere questo velivolo anche ai militari degli Stati Uniti. Ma la scelta di Riyadh è caduta sul C295W prodotto in Spagna dal gruppo Airbus. È lo sviluppo del vecchio velivolo dell’ex spagnola Casa del quale il C27J di Alenia è un concorrente più moderno, ma anche più costoso. L’integrazione nel potente gruppo aerospaziale franco-tedesco, del quale anche Madrid è azionista, offre al C295 un maggior peso commerciale, industriale e, secondo alcuni, anche politico.
L’Arabia Saudita ha comprato quattro aerei C295W. Il valore della commessa non è stato indicato da fonti ufficiali. Con le opzioni e il ciclo pluriennale della manutenzione, il valore – secondo fonti industriali – potrebbe arrivare a un massimo di 500 milioni in dieci anni.
La sconfitta a Riyadh avrebbe provocato disappunto al vertice di Finmeccanica, perché l’Arabia Saudita è un mercato importante, anche per altri prodotti. Neppure AgustaWestland, il gioiello degli elicotteri, riesce a conquistare commesse di rilievo nelle gare internazionali. In Polonia il 21 aprile il ministro della Difesa ha scelto un prodotto del gruppo Airbus, l’elicottero militare Caracal H225, per una commessa da 2,5 miliardi di euro. Battuti l’Aw149 e l’americana Sikorsky. «I francesi sono molto attivi ultimamente», ha confidato al Sole 24 Ore un alto dirigente del gruppo Finmeccanica. Un’altra affermazione francese con lo stesso elicottero, ancora a danno di AgustaWestland, c’è stata in un paese del Medio Oriente, per almeno un miliardo di euro: potrebbe essere il Qatar.
Finmeccanica, che si è presentata a Le Bourget ridimensionata, solo un piccolo stand di 150 metri quadri e nessun prodotto esposto (tranne un Atr consegnato a Air New Zealand, Atr da inizio 2015 ha avuto 46 ordini e 35 opzioni), attraversa una fase delicata. Il “nuovo” a.d., Mauro Moretti, in carica da 13 mesi dopo una vita alle Ferrovie, dopo essersi dedicato alla cessione delle imprese nel settore ferroviario (aggiudicate alla giapponese Hitachi, ma ancora nel gruppo come in un limbo, in attesa del via libera dell’Antitrust cinese), sta riorganizzando il gruppo con un forte accentramento dei poteri al vertice e una riduzione di autonomia delle società controllate, che diventeranno divisioni. L’operazione è accompagnata da un piano di risparmi, riduzione dei costi delle trasferte, demansionamenti di dirigenti.
Ma sul versante commerciale le cose non stanno andando bene. E, da quanto trapela dal gruppo, ci sarebbe preoccupazione perché la tendenza al calo degli ordini emersa negli ultimi mesi si sarebbe accentuata in questo trimestre. Nelle principali gare internazionali il gruppo Finmeccanica non ha ottenuto contratti. Il 7 maggio è stato firmato un contratto da 1,2 miliardi con Selex Es nel piano di rinnovo delle navi della Marina militare italiana, ma questa commessa pluriennale era di fatto garantita dal “cliente” domestico, con i fondi della «legge navale» di fine 2013.
A livello internazionale c’è il capitolo aperto del cacciabombardiere americano F-35. L’Italia ha tagliato gli acquisti previsti da 131 a 90 aerei. Di recente il Parlamento ha votato un generico «dimezzamento» della spesa complessiva: non è chiaro però se il numero degli aerei verrà tagliato ulteriormente o confermato a 90. Il governo americano sta facendo pressioni sui partner internazionali, tra cui c’è l’Italia, perché assumano l’impegno fermo a un «acquisto in blocco» di circa 450 F-35 in tre anni, hanno detto dirigenti di Lockheed Martin al salone parigino.
Intanto l’aviazione commerciale fa profitti record e regge anche il settore militare, malgrado i tagli, più annunciati che reali. A Le Bourget Boeing e Airbus hanno annunciato affari per 107 miliardi di dollari tra ordini fermi di vendita di jet commerciali e impegni di acquisto non vincolanti. La torta si divide tra i 57 miliardi per Airbus (421 aerei) e 50,2 miliardi per il costruttore americano (331 aerei), in base ai prezzi di listino, prima degli sconti.
L’anno scorso a Farnborough i due giganti avevano annunciato affari per 115,5 miliardi, due anni fa a Le Bourget per 134 miliardi. C’è un rallentamento, ma il settore continua a tirare. Il problema per i grandi costruttori e i fornitori è piuttosto quello di tenere il passo delle consegne di velivoli già ordinati e riuscire a incrementare la produzione.
Nei jet sopra i 100 posti si affaccia anche la canadese Bombardier. A Le Bourget c’erano due velivoli della nuova CSeries, capaci di trasportare 130 o 160 passeggeri. Il costruttore canadese si è dissanguato in un programma che, quando i velivoli dovrebbero entrare in servizio entro la metà del 2016, sarà costato 5,4 miliardi di dollari.
Secondo uno studio di Deloitte, nel 2014 i ricavi delle prime 100 società mondiali dell’aerospazio e difesa sono aumentati di 12,7 miliardi di dollari a 682,1 miliardi (+1,9%) e l’utile operativo è migliorato del 3,5% a 66,7 miliardi. L’occupazione è diminuita di 20.570 addetti a 2 milioni e 2.676 lavoratori. Quest’anno secondo Deloitte i ricavi aumenteranno dell’1,5 per cento.
Nel 2014 al primo posto per ricavi e redditività si conferma Boeing. Seguono, per ricavi, Airbus Group e Lockheed. Finmeccanica è 13ma per ricavi, due posti in meno rispetto al 2013. Ma il gruppo era ottavo nel mondo nel 2010 e nono nel 2011 e 2012. Nel 2014 Finmeccanica è 16ma nella classifica dell’utile operativo. Per la prima volta dal 2011 – fa notare Deloitte – Finmeccanica è tra le prime 20 per utile operativo, classificata stilata solo dal 2011 in poi.
Una curiosità. A Le Bourget la Selex Es ha firmato un contratto con la brasiliana Embraer per fornire il suo radar Gabbiano T20 all’aereo da trasporto militare KC-390, comprato dall’aeronautica brasiliana. Il Gabbiano è stato scelto da dieci clienti internazionali. Secondo Embraer l’aereo, che ha volato per la prima volta a febbraio, è destinato a svolgere un ruolo importante sui mercati internazionali dei velivoli da trasporto tattico. Ma l’aereo brasiliano è un concorrente del C27J di Alenia. Dunque Selex Es fornirà il radar a un concorrente di un’azienda del suo stesso gruppo.