24 giugno 2015
Un nuovo scandalo per il calcio italiano: il Catania travolto, partite truccate per la salvezza in Serie B. Il presidente Pulvirenti incastrato dalle intercettazioni e arrestato con altri sei dirigenti: «Ormai ho capito come funziona, l’anno prossimo vinciamo il campionato». I giocatori corrotti erano chiamati “treni”. Coinvolto anche il Messina: 19 indagati. Ora sono a rischio i calendari di Serie B e Lega Pro
Tutto è partito da una minaccia di morte: due proiettili calibro 9 e due fotografie – una del presidente del Catania Antonino Pulvirenti e dell’amministratore delegato Pablo Cosentino, l’altra di 11 giocatori della squadra – spedite in una busta alla sede della società. Era il 12 gennaio scorso. A marzo, dopo l’ennesima sconfitta, scritte intimidatorie comparvero sui muri della città. È accaduto allora, accusano adesso inquirenti e investigatori, che lo stesso Pulvirenti ha deciso di allontanare la paura mettendo in piedi un’associazione a delinquere per comprare le partite e salvare il Catania dalla retrocessione in Lega Pro; dal 2 aprile i rossoazzurri hanno inanellato quattro vittorie consecutive e una sfumata all’ultimo minuto: conquistate non sul campo, ma grazie a «mazzette» elargite ad alcuni giocatori delle squadre avversarie, secondo l’accusa [1].
Ieri, su ordine della Procura di Catania, Antonino Pulvirenti è finito agli arresti domiciliari. Sono stati emessi poi provvedimenti cautelari nei confronti di altre sei persone: l’amministratore delegato del club Pablo Cosentino, il direttore sportivo Daniele Delli Carri, gli agenti e procuratori sportivi Giovanni Impellizzeri, Piero Di Luzio, Fabrizio Milozzi e Fernando Arbotti. La Direzione distrettuale antimafia di Catania ipotizza a vario titolo i reati di frode in competizioni sportive e truffa. L’inchiesta è stata chiamata “I treni del gol” [2].
Indagate anche una ventina di persone, tra dirigenti e calciatori di altri club della serie cadetta, tra loro i vertici del Messina Calcio: Pietro Lo Monaco, proprietario, Fabrizio Ferrigno, direttore sportivo e Alessandro Failla, amministratore delegato. Sono indagati anche vari calciatori, come Alessandro Bernardini del Livorno, Riccardo Fiamozzi del Varese, Luca Pagliarulo e Matteo Bruscaggin, entrambi del Trapani [2].
Le partite dell’ultimo campionato di Serie B incriminate sono: Varese-Catania 0-3, Catania-Trapani 4-1, Latina Catania 1-2, Catania-Ternana 2-0, Catania-Livorno 2-1 e Catania-Avellino 1-0.
Il sistema, se si dimostrerà fondata la ricostruzione della Procura di Catania, funziona sempre allo stesso modo: in vista di ogni incontro venivano individuati due o tre calciatori della squadra avversaria disposti a vendere la propria prestazione; e una volta assicuratasi la vittoria del Catania, gli organizzatori della frode recuperavano i soldi spesi scommettendo sul risultato acquisito illegalmente; al punto di far sospendere talvolta le puntate per un eccesso di giocate sul risultato concordato [1].
Da questa convinzione degli investigatori parte uno specifico filone dell’inchiesta che riguarda anche il sottobosco delle scommesse clandestine, gestito dalle cosche. Non a caso, infatti, a curare il dossier giudiziario è stata la Dda [3].
Dall’ordinanza firmata dal gip Fabio Di Giacomo, emerge che il club etneo, tramite Giovanni Impellizzeri, che avrebbe agito come finanziatore, avrebbe pagato da 10 a 20mila euro a ciascun giocatore disponibile a truccare i match. Il tramite con i giocatori sarebbe stato il procuratore calcistico Fernando Arbotti [2].
Gli agenti hanno filmato gli scambi di denaro, molti avvenivano in una piccola trattoria alla periferia di Cosenza, vicino all’autostrada [4].
Nel linguaggio cifrato utilizzato nelle telefonate, Pulvirenti veniva indicato come «il magistrato», le partite da comprare «l’udienza» o «la causa»; il prezzo della corruzione era «la tariffa» o «la parcella dell’avvocato», mentre per indicare i giocatori da corrompere si andava su riferimenti ferroviari: i calciatori venivano definiti «il treno» da prendere, mentre i numeri di maglia corrispondevano all’orario o al binario. «Partono stanotte alle 3 e 23 o alle 4 e 23», si dissero due inquisiti alla vigilia di Catania-Trapani terminata 4 a 1, con successivi chiarimenti su treni soppressi e orari cambiati [1].
Dalle intercettazioni, sembra proprio Pulvirenti il personaggio che si da più da fare per comprare le partite. «Ormai l’ho inquadrato il campionato di serie B» dice ancora, «l’anno prossimo arrivo primo». In una telefonata prega Delli Carri di «tenerlo informato». «Non posso dire niente adesso» risponde l’ex ds, «però... un treno alle 15... ce ne sono altri due di treni però..». Pulvirenti richiama agitato: «Daniele ma che cosa stai combinando? Scusa non capisco... e che ci vuole?». «Sto ancora qua con lui» risponde, «poi le spiego... è a posto... poi le dico come... stiamo lavorando su un treno di venerdì...» [5].
L’indagine di Catania andrà a intrecciarsi con quelle di altre Procure: dalla più recente, “Dirty soccer”, promossa il 19 maggio scorso dalla Procura di Catanzaro su combine in Lega Pro e Lega Dilettanti (già allargata alla gara Teramo-Savona del 2 maggio 2015, grazie alla quale il Teramo ha guadagnato la B), alla storica inchiesta “Last Bet” della Procura di Cremona venuta a galla il 1° giugno del 2011 e che ha visto la chiusura delle indagini lo scorso febbraio con il probabile rinvio a giudizio per oltre 130 persone. Tra squadre travolte dalle accuse, dirette o indirette, delle Procure e altri club che per motivi economici la geografia del Calcio italiano professionistico questa estate sarà profondamente mutata [2].
Per ora la Procura della Federcalcio ha aperto un procedimento e ha chiesto la trasmissione degli atti ai magistrati etnei. A questo punto si pone il problema dei calendari e degli organici a cascata dalla Serie B alla D passando per la Lega Pro [6].
Quello dei tempi della giustizia sportiva è un problema di impossibile risoluzione. L’iter ha delle tempistiche ben scandite che prevede, dopo l’apertura del fascicolo e la trasmissione degli atti, 40 giorni d’indagini. Poi si procede con gli interrogatori e le sentenze. Due i gradi di giudizio interni alla Federazione e poi c’è il Coni. Insomma impossibile arrivare alla prima settimana di agosto, data in cui abitualmente vengono fatti i calendari, con qualche certezza in mano [7].
Al momento, in attesa di nuovi sviluppi, l’unico scenario possibile è quello con tutte le squadre coinvolte ai blocchi di partenza senza esclusioni, ma considerate sub iudice. Al momento, l’unico criterio che nei prossimi giorni può portare all’esclusione dai campionati è quello relativo a problemi di tipo amministrativo ed economico [7].
Note (tutte dai giornali del 24/6): [1] Giovanni Bianconi, Corriere della Sera; [2] Marco Bellinazzo, Il Sole 24 Ore; [3] Lucio Galluzzo, Il Messaggero; [4] Fabio Albanese, La Stampa; [5] Francesco Viviano, la Repubblica; [6] Guglielmo Buccheri, La Stampa; [7] Emiliano Bernardini, Il Messaggero.