Il Messaggero, 23 giugno 2015
Migranti, niente quote. Non resta che sperare negli emendamenti che vincolino gli Stati membri ad accogliere 40mila profughi. La decisione entro fine luglio
Adesso si spera negli emendamenti. Perché la bozza dell’Agenda europea, licenziata in vista del Consiglio di giovedì prossimo, fa naufragare il Piano della Commissione sul quale l’Italia contava. È in primo luogo l’ambiguità del linguaggio, che ha trasformato la redistribuzione obbligatoria dei profughi siriani ed eritrei in una ricollocazione «volontaria ma vincolante», a lasciare poco definiti i termini dell’accordo. L’altro punto riguarda il tipo di”protezione” garantita ai profughi, non più «internazionale» ma «temporanea».
RICOLLOCAMENTI
Secondo la bozza gli stati saranno vincolati a «decidere entro fine luglio sulla distribuzione di 40mila» profughi. Ma nessun passaggio del documento vincola i Paesi membri ad accogliere i profughi. Sembra mal riuscito il tentativo di conciliare il volto solidale dell’Europa con la sovranità dei governi, in molti casi esasperati dai movimenti di destra e antieuropei. Nella bozza di conclusioni restano solo i numeri e i tempi proposti dalla Commissione: 40mila richiedenti asilo da Italia e Grecia, da ricollocare in due anni e 20mila da reinsediare in 24 mesi dai campi profughi. Ma molti stati hanno già espresso parere negativo ed è probabile che, entro fine luglio confermeranno la propria posizione.
PROTEZIONE TEMPORANEA
Nella bozza non si parla più di «protezione internazionale» per i profughi ma di «protezione temporanea» per siriani ed eritrei che devono essere accolti nei paesi Ue. Un altro aspetto poco definito che, al momento dell’entrata in vigore del Piano, potrebbe creare problemi di attuazione. Per accelerare le procedure per le richieste d’asilo si pensa anche alla possibilità di creare una lista europea dei cosiddetti Paesi d’origine sicuri. La provenienza da uno di questi Paesi, ridurebbe la possibilità dei migranti di ottenere protezione internazionale.
MAGGIORANZA QUALIFICATA
Servirà comunque una maggioranza qualificata per il via libera al meccanismo «temporaneo» ed «eccezionale», che apre una breccia nel Regolamento di Dublino. Intanto ieri sono stati salvati circa 2.500 profughi su una quindicina di barconi. L’operazione ha visto l’intervento di navi sia italiane e straniere, sia militari che civili.