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 2015  giugno 23 Martedì calendario

Dopo 25 anni di Serie A, Parma ci ricomincia dalla D. Giuseppe Corrado e Mike Piazza, hanno detto no alla montagna di debiti del club. Così ieri è svanito il sogno di finire in B. La rabbia di Lucarelli, le lacrime di Crespo e la promessa di Nevio Scala: «Darò una mano alla squadra»

 Il tavolo è vuoto. Spenta anche l’ultima luce. Ora il miraggio è la ripartenza dalla serie D. In fuga i due potenziali acquirenti (Giuseppe Corrado e Mike Piazza). Una montagna di debiti (218 milioni, di cui 74 sportivi, poi ridotti a 22,6). Tommaso Ghirardi indagato per bancarotta fraudolenta. L’albanese Taci e i suoi prestanome dileguati. Giampietro Manenti nelle maglie della giustizia. La serie A persa (dignitosamente) sul campo. La serie B tramontata in un malinconico lunedì di fine giugno. 
Ecco cosa resta di 25 anni in serie A (con il breve intervallo in B della stagione 2008-2009) del Parma Calcio, sopravvissuto non si sa come al devastante crac Parmalat del 2003, ma incapace di reggere la forza d’urto della sciagurata gestione Ghirardi-Leonardi e delle successive convulsioni societarie. Cade ancora Parma, la piccola capitale ducale: ora solo piccola. Senza pace, abbonata agli scandali: dalla politica all’economia, e adesso pure la vetrina dello sport. 
Lo sa il sindaco grillino Federico Pizzarotti che contro questo fallimento aveva tentato di alzare un’ultima, forse tardiva, trincea. Fine dei giochi in un inizio estate che il resto dell’Emilia sportiva vive invece a pieni polmoni: Carpi e Bologna in serie A, Reggio in lizza per lo scudetto del basket. 
Addio Parma. Ieri pomeriggio i curatori Angelo Anedda e Alberto Guiotto già sapevano che non si sarebbe visto alcun compratore. Tutto si era consumato tra la notte e la mattina. Il primo a sfilarsi è stato il gruppo guidato da Giuseppe Corrado, manager nel campo delle multisale cinematografiche. Poi è stata la volta della cordata dell’ex campione di baseball, l’italo-statunitense Mike Piazza. Stessi timori, identica l’analisi: troppi debiti, troppe incertezze. Parole di Corrado: «La situazione debitoria complessiva, ma soprattutto quella relativa ai debiti in corso di maturazione, rendono impraticabile ogni percorso economico». 
A nulla è servito limare la montagna dei debiti sportivi da 74 milioni a 22,6 e convincere alcuni giocatori a ridurre le loro pretese. Troppe le zavorre che il Parma Calcio si porta dietro. Pure la cordata Piazza ha alzato bandiera bianca: «Non abbiamo ritenuto sostenibili gli investimenti necessari per coprire le passività attuali e future di una squadra il cui avviamento è stato fortemente pregiudicato». Game over, sperando che qualche imprenditore locale metta due soldi per la D. 
Capitan Lucarelli schiuma rabbia contro «quei due» (Ghirardi e Leonardi): «Non dimentico chi ha causato tutto ciò...». Le lacrime di Crespo, che fino all’ultimo non ha mollato la barca, si incrociano con la promessa di Nevio Scala, grande ex, «di dare una mano in serie D». L’ex arbitro internazionale, Alberto Michelotti, incallito verdiano, parla di «coltellata al cuore». E il dg della Figc, Michele Uva, mette le mani avanti: «La Federazione non poteva fare nulla di più». A Parma, stasera, anche chi non mastica calcio è d’umore un po’ così.