Corriere della Sera, 23 giugno 2015
«In caso di morte avvertite mio fratello, Banfi e Claudia Koll». Le ultime parole di Laura Antonelli. Stroncata da un infarto, trovata dalla domestica. Venerdì i funerali
I più anziani ancora se la ricordano passeggiare sul lungomare con il compagno di allora, Jean-Paul Belmondo. «Era una diva, bellissima. Si vedeva ogni tanto, poi spariva». Laura Antonelli, al secolo Antonaz, istriana di Pola (oggi in Croazia), si rifugiava nella sua villa vicino Cerveteri, ma Ladispoli – solo a pochi chilometri sulla costa laziale – le è sempre rimasta nel cuore, al punto da diventare un anonimo ritiro negli anni più difficili dall’attrice, icona sexy degli anni Settanta.
E da venerdì – dopo i funerali nella chiesa di Santa Maria del Rosario celebrati dal suo amico sacerdote Alberto Mazzola – la protagonista de «Il merlo maschio» e di «Malizia» riposerà proprio nel cimitero cittadino: lo aveva lasciato scritto nel biglietto (e in un testamento senza valore legale) trovato ieri dai carabinieri nel suo appartamento di via Napoli, vicino alla stazione. «Avvertite il parroco, mio fratello Claudio, Lino Banfi e Claudia Koll», c’era scritto a penna con i numeri di telefono accanto. Erano le 8 quando la fidata domestica – moglie di un poliziotto – ha scoperto il corpo di Laura Antonelli, 73 anni, morta da ore, stroncata forse da un infarto (sarà l’autopsia a stabilirlo) dopo una domenica passata da sola. Come sempre.
Non si esclude che di notte la «divina creatura» – dal film di Peppino Patroni Griffi che l’aveva vista protagonista – si sia alzata per prendere un bicchiere d’acqua. L’ultimo gesto prima di crollare sul tavolino del salotto.
«Ormai era irriconoscibile, provata anche dal punto di vista psicologico», racconta Roberto Ussia, assessore ai Servizi sociali: dal 2009 Lucia Palazzo, un’assistente sociale, si occupava di lei. Adesso è distrutta dal dolore. «Erano diventate molto amiche», rivela l’assessore. A Ladispoli l’attrice era arrivata 12 anni fa dopo aver venduto la villa di Cerveteri e con i soldi rimasti il fratello (che oggi giungerà dal Canada) le aveva fatto comprare il bilocale di via Napoli: piano terra, tapparelle sempre abbassate, Radio Maria accesa di continuo (anche ieri), vecchie foto alle pareti, con un paio di immagini di Pola. Niente premi, nessun ricordo della sua vita sul set. Ironia della sorte dopo l’ennesima truffa era titolare solo della nuda proprietà.
«Ce l’aveva con quel mondo, ce l’aveva con tutti», dicono nel palazzo. Tre anni fa un’ex badante è stata rinviata a giudizio per averla truffata. Un altro duro colpo per la fragile psicologia dell’attrice che non usciva più di casa, stravolta da 14 processi che l’hanno vista imputata (arrestata per droga nel ‘91, condannata, assolta e risarcita) e vittima. Il rilancio sulle scene, «Malizia 2000», era stato un flop con la polemica per il volto sfigurato dal collagene. Da allora la situazione è inesorabilmente peggiorata. «Vorrei essere dimenticata, la vita terrena non mi interessa più», aveva scritto. «L’ho cercata nel 2011 – ricorda Claudia Koll – siamo diventate subito amiche, anche lei come me aveva incontrato la fede. Soffriva per il mal di schiena, le feci avere un letto adeguato, ma avrei voluto fare di più».
Il comune di Ladispoli, tutore della diva, vorrebbe dedicarle invece «un luogo di cultura». Ieri al centralino sono arrivate molte chiamate di uffici stampa di attori e attrici, ma nessuno di loro è venuto di persona: «Volevano solo sapere l’ora del funerale», spiega laconico un impiegato.