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 2015  giugno 23 Martedì calendario

Classe mista... anche sulle passerelle. Lei può mettere la giacca di lui e lui magari una camicia che sembra fatta per lei. Però con giudizio, perché il prof è notoriamente severo. Dall’intesa perfetta di Costume National alla filosofia del détournement di Gucci

Anche a scuola un tempo c’erano classi femminili, in grembiulino bianco, e classi maschili con quello nero. Poi è arrivata la classe mista. Che stia succedendo lo stesso per la moda? Per il momento niente d’ufficiale, ma prendiamo atto del fenomeno: la moda mista con modelli e modelle sulla medesima passerella è una realtà ormai galoppante. E i professori che cosa dicono? Ognuno ha la sua teoria. A Giorgio Armani della moda mista di Emporio piace sottolineare l’affinità di stile, nel senso che lei può mettere la giacca di lui e lui magari una camicia che sembra fatta per lei. Però con giudizio, perché il prof è notoriamente severo. Da Costume National la coppia è palesemente affine perché apprezzano la stessa musica, guardano gli stessi film e fatalmente si vestono allo stesso modo. Per ora è così, vedremo quanto dura. Miuccia Prada usa invece la moda mista per richiamare alle sue responsabilità stilistiche l’uomo e affidare invece alla donna quelle libere evasioni di colori, accostamenti, richiami da lei sempre amati. Per Etro al momento niente moda mista ma le prime uscite alla sfilata sono un’overdose di rosa e questo vorrà pur dire qualcosa. Poi c’è Alessandro Michele di Gucci, nella cui classe mista c’è il trucco: uomo e donna si riconoscono quasi soltanto da vicino. Perché? Il professore sa di filosofia e rimanda al détournement (deviazione) «in cui coesistono negazione e preludio, una pratica estetica che riannoda frammenti dispersi all’interno d’un nuovo insieme significante». 
Urge prepararsi per settembre.