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 2015  giugno 22 Lunedì calendario

Per la prima volta potrebbe nascere un albo nazionale trasparente dove vengono inseriti i nomi di chi ha i requisiti per fare il direttore generale delle Asl e delle aziende ospedaliere universitarie. Vorrebbe dire fuori la politica dalle Asl. La legge ora è in commissione alla Camera

È una novità non da poco la rivoluzione nei criteri di nomine dei dirigenti sanitari contenuta nella legge sulla pubblica amministrazione varata dal Senato e ora in commissione alla Camera. Per la prima volta potrebbe nascere un albo nazionale trasparente dove vengono inseriti i nomi di chi ha i requisiti per fare il direttore generale delle asl e delle aziende ospedaliere universitarie. La Commissione Affari sociali manderà questa settimana alla Commissione Affari Costituzionali un parere in cui si chiederà di rafforzare la norma collegandola a un decreto dell’ex ministro Balduzzi per specificare meglio i requisiti di managerialità. L’obiettivo, arduo assai, «sarebbe quello di mettere fuori la politica dalla gestione di Asl e ospedali per evitare la nomina ai vertici delle strutture sanitarie di persone “amiche” di politici regionali con le conseguenze di scandali e malasanità, gravi casi di corruzione e sprechi», spiega il responsabile sanità del Pd Federico Gelli. Per valorizzare il merito e non l’appartenenza politica il Governo si è mosso in due fasi, la prima nella legge di stabilità dove viene stabilito che a guidare la sanità nelle regioni in difficoltà non siano gli stessi che hanno creato i disavanzi, cioè i governatori, ma un commissario con «comprovate esperienza e professionalità nella gestione sanitaria» nominato dal Consiglio dei Ministri. L’altra rivoluzione dovrebbe essere quella che riguarda la scelta dei direttori generali e dei manager sanitari. La legge Madia stabilisce che non saranno più nominati dalla politica, ma con una selezione che prevede l’istituzione di un nuovo albo nazionale di idonei che tiene conto dei titoli di studio e di carriera, aggiornato ogni due anni. I direttori sanitari e amministrativi invece saranno scelti da appositi elenchi regionali degli idonei, con una selezione per titoli e colloqui. «In questo modo – sostiene Gelli – soprattutto in alcune regioni, chi dovrà gestire aziende sanitarie e ospedali sarà scelto con metodi meritocratici». Sulla legge Madia, collegata alla finanziaria, pendono duemila emendamenti e dalla prima commissione dovrebbe approdare in aula entro i primi di luglio.