La Stampa, 19 giugno 2015
Vincenzo De Luca, il presidente che non mette piede in Regione. Ieri, giorno della proclamazione ufficiale, anziché insediarsi era a Salerno a parlare con i suoi fedelissimi per studiare ogni aspetto del percorso che lo separa dalla poltrona, la legge Severino. Intanto, come vice, pare abbia scelto Fulvio Bonavitacola. Sarà lui il suo alter ego al momento della sospensione
Vincenzo De Luca per tutta la giornata non s’è fatto vedere. L’altro, Stefano Caldoro, lo aspettava al palazzo della regione per consegnargli le chiavi della Campania. Chiuso nello studio che stava per lasciare, l’ex presidente aveva trovato il tempo per fare i complimenti all’ex-collega del campo avverso, Vasco Errani, che si è visto annullare, sia pure con rinvio, una sentenza di condanna dalla Cassazione. «Un esempio come amministratore. Capacità, competenza e trasparenza», ha commentato Caldoro su Twitter. Nel frattempo di De Luca neanche l’ombra. Nemmeno all’ufficio centrale della corte d’appello di Napoli, che nel primo pomeriggio l’ha proclamato presidente. L’atto gli verrà notificato per posta, a Salerno, nella casa dove ieri è rimasto coi suoi fedelissimi per studiare ogni aspetto del percorso che lo separa dalla poltrona di governatore, reso accidentato dagli effetti della legge Severino.
Le opposizioni hanno chiesto a Matteo Renzi di applicarla subito contro il neo-eletto, minacciando denunce, ma la linea difensiva decisa con palazzo Chigi prevede che il premier sospenda De Luca solo nel momento del suo insediamento. Questo avverrebbe dopo la formazione del consiglio regionale, per la quale occorrerà un’altra decina di giorni. Tempo prezioso per consentire all’ex sindaco di Salerno di costruire la sua giunta, tenendo insieme l’idea di nominare un esecutivo di tecnici con le richieste dei portatori di voti di ottenere deleghe di peso.
Il tassello fondamentale è quello del vicepresidente: sarà lui a dover sostituire De Luca al momento della sospensione. A Roma l’idea è quella di nominare una figura di alto profilo: il prezzo politico pagato per l’elezione di De Luca comincia a essere un po’ troppo alto per Matteo Renzi che vorrebbe buttarsi alle spalle il prima possibile il capitolo delle elezioni regionali. S’è fatto il nome dell’ex rettore dell’università Raimondo Pasquino, sempre che il consiglio dei ministri non lo nomini oggi alla guida della commissione di bonifica per Bagnoli.
Ma De Luca punta tutto su Fulvio Bonavitacola, il suo alter ego, la figura di raccordo che gli permetterebbe di esercitare pienamente la sua influenza sulla regione per tutti i 18 mesi che durerebbe il periodo di sospensione. Mesi che l’ex sindaco di Salerno passerà a Napoli, in un appartamento a due passi da santa Lucia che i suoi stanno cercando per installarci una sorta di ufficio-ombra.
Nel frattempo in soccorso del neo-presidente potrebbe arrivare il sindaco De Magistris, che ha presentato un ricorso contro la legge Severino. Oggi il tribunale di Napoli si esprimerà in merito al rinvio del faldone alla Corte Costituzionale. Se dovesse accogliere l’istanza, per De Luca il percorso si semplificherebbe, fornendo un precedente che aumenterebbe le chance di vittoria del suo ricorso. E mentre a Salerno si ragionava di tempi, Caldoro a Napoli twittava: «Proclamazione avvenuta. Avviate le procedure per il passaggio di consegne. Nessuna risposta. Come da prassi lascio il Palazzo», scriveva laconico chiudendosi le porte alle spalle.