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 2015  giugno 18 Giovedì calendario

Quelle rock star che cadono dal palco. Gambe e piedi fratturati, concerti e tour annullati. Perché cantare dal vivo è diventato così rischioso. L’ultimo caso, quello del leader dei Foo Fighters Dave Grohl che eroicamente, con una gamba rotta, era riuscito a concludere il concerto di Goteborg sorreggendosi sulle stampelle, ma ora i medici l’hanno fermato

Era l’appuntamento dell’estate per gli appassionati di rock di tutta Europa: i Foo Fighters, il gruppo fondato e guidato dall’ex batterista dei Nirvana, Dave Grohl, per due sere allo stadio londinese di Wembley, venerdì e sabato prossimi. Saltati, proprio come lo stesso Grohl, che però il suo salto l’ha fatto, involontariamente, dal palco svedese di Goteborg, venerdì scorso.
Eroicamente, con una gamba rotta era riuscito a concludere il concerto sorreggendosi sulle stampelle, ma ora i medici – racconta lui sul sito della band – l’hanno fermato: «L’operazione è andata bene, ma i problemi non sono finiti: ho sei viti nella gamba, devo tenerla sollevata e stare tranquillo per un po’».
I Foo Fighters, così, sono costretti a rinunciare a Glastonbury, il più importante festival europeo, in programma a fine mese, dove avrebbero dovuto chiudere la serata di venerdì. L’onore andrà a Florence And The Machine, che – ironia della sorte – si erano dovuti fermare nelle scorse settimane perché la loro cantante Florence Welch al festival di Coachella, ad aprile, balzando giù dal palco, si era fratturata un piede.
«L’epidemia di cadute dal palco non è uno scherzo», ha scritto la rivista Billboard e in effetti sembra esserci poco da ridere: a maggio, a Vancouver, The Edge, chitarrista degli U2, era caduto dal palco durante I Still Haven’t Found What I’m Looking For, la canzone che chiudeva il primo concerto del loro tour mondiale. Si è scorticato un braccio ma non ha riportato fratture.
Pochi giorni fa, a Londra, Michael Clifford, chitarrista della boy-band 5 Seconds of Summer, si è ferito al volto con un fuoco d’artificio sparato durante un concerto. Molti ancora ricordano la caduta di Madonna sul palco dei Brits Awards, a Londra, che non ebbe conseguenze se non uno scambio di accuse tra la popstar e Giorgio Armani a proposito del mantello colpevole dell’incidente. In Italia, a marzo Franco Battiato si è rotto una gamba inciampando in un monitor sul palcoscenico del Petruzzelli a Bari e Roby Facchinetti dei Pooh, a gennaio, è finito al pronto soccorso (senza gravi conseguenze) dopo un incidente simile durante le prove del talent The Voice.
Si tratta di musicisti di ogni età (tra Clifford e Battiato corrono più o meno cinquant’anni) e dunque l’invecchiamento dell’età media dei performer – che peraltro è reale, e diffuso in tutto il mondo – non può essere invocato per spiegare l’epidemia di infortuni. È uno di quei casi in cui la tecnologia cambia tutto, alza la posta (spettacolare) in palio, fa crescere i rischi e le tutele ma non può eliminare il più banale degli incidenti, che non è certo nuovo (nel 1960 Mario Riva morì dopo una caduta all’Arena di Verona mentre l’orchestra di Gorni Kramer attaccava la sigla del Musichiere), ma che ora si fa curiosamente frequente. È la famosa quarta parete, quella che non c’è, eppure divide la scena dagli spettatori: spiace dirlo, ma il pericolo che si corre nell’oltrepassarla farà sempre parte dello spettacolo.