Corriere della Sera, 18 giugno 2015
Cinquant’anni fa Mazzinghi-Benvenuti, il match di Boxe del secolo che divise l’Italia in due
Tutto nasce la sera del 18 giugno 1965, la sera in cui Milano ospitò il match del secolo, almeno per l’Italia: Mazzinghi-Benvenuti, il primo campione del mondo dei pesi medi junior, il secondo minaccioso sfidante. Appartengono a mondi diversi: stili di vita, carattere, modo di interpretare la boxe. Nino piace agli spettatori delle prime file: preciso, lucido, pratica un pugilato per buongustai. Sandro è il beniamino di chi frequenta i posti meno costosi: generoso, aggressivo, al limite dell’imprudenza.
La sera del 18 giugno ci sono 40 mila persone sugli spalti della vecchia Scala del calcio. L’entità delle «borse» rispecchia l’importanza dell’evento: 22 milioni per Mazzinghi, 15 per Benvenuti. Il primo gong scocca alle 22,30, arbitra il milanese Piero Brambilla. L’Italia con il fiato sospeso, divisa tra benvenutiani e mazzinghiani. Più forte Nino. No, meglio Mazzinghi. Botte metaforiche prima di quelle vere. Il match si risolve in meno di mezz’ora: il campione scarica su Benvenuti la sua boxe asfissiante. Nino viene sballottato ma resiste. A 20” dalla fine del 6° round, il capolavoro: sull’ennesimo attacco del Gladiatore, Benvenuti muove un passetto laterale a sinistra e fa partire un montante destro terra-aria che si ferma sul mento dell’avversario. Mazzinghi va giù. Fine del match, inizio della polemica.
Mazzinghi anni dopo avrebbe denunciato: «Imbastirono quel match in fretta, con il pretesto che se non avessi accettato avrei perso il titolo». La storia di una rivalità forte come quella tra Coppi e Bartali, ma più velenosa e imbarazzante, è in queste due date: 18 giugno allo stadio di San Siro, Milano; 17 dicembre al Palazzo dello Sport, Roma, per la rivincita. Due vittorie di Benvenuti: k.o. alla sesta e verdetto unanime ai punti. La carriera di Nino prese lì la sua formidabile rincorsa. Mazzinghi non ha mai accettato quelle sconfitte. Per questo la sua mano, oggi, rimane un pugno chiuso.