La Stampa, 18 giugno 2015
A proposito del tweet di Angelino Alfano «Occorre smantellare i campi Rom». L’ha detto anche Umberto Eco che i social hanno dato diritto di parola a tutti, anche a quelli che prima potevano blaterare solo al bar. Quando poi si parla di immigrazione, si sa che non ci sono freni inibitori. Il problema è che quel tweet è del ministro dell’Interno e viene dal Viminale, non dal bar
E cosa c’è di strano se qualcuno fa un tweet «occorre smantellare i campi Rom» seguito da un #avantitutta che sembra rivolto alle ruspe. Cosa ci sarà mai di strano. L’ha detto anche Umberto Eco che i social hanno dato diritto di parola a tutti, anche a quelli che prima potevano blaterare solo al bar. Quando poi si parla di immigrazione, si sa che non ci sono freni inibitori. Ad esempio ieri uno che faceva il comico, e che adesso fa il politico, con un tweet ci ha avvertito che Roma sta per essere «sommersa dai topi, dalla spazzatura e dai clandestini», non si sa se in ordine di importanza. D’altra parte questi immigrati. E gli zingari, poi. È una questione complessa, perché sono cittadini italiani o comunque comunitari. Però spesso rubano, sporcano, non pagano le bollette, e allora la gente non ne può più e si sfoga sui social.
La gente. I politici, invece, dovrebbero discutere e decidere in parlamento. Ma al posto di una legge arriva un tweet: #avantitutta. Ecco che c’è di strano: c’è che quel tweet è del ministro dell’Interno e viene dal Viminale, non dal bar.