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 2015  giugno 17 Mercoledì calendario

Il caso del vaticanista dell’Espresso Sandro Magister, «sospeso a tempo indeterminato» dalla Sala Stampa della Santa Sede per aver pubblicato online in anticipo sull’embargo l’enciclica di Papa Francesco Laudato si’. Solo uno scoop giornalistico o un sabotaggio del documento più importante di Bergoglio?

Una Vatileaks per Papa Francesco. È l’ipotesi più diffusa, in Vaticano e non solo, dopo che nel pomeriggio di lunedì scorso, L’Espresso ha violato l’embargo pubblicando sul proprio sito integralmente la penultima bozza della nuova enciclica di Bergoglio dedicata al creato e intitolata Laudato si’. Un testo uscito dalla Segreteria di Stato di Sua Santità tre giorni prima della sua diffusione mondiale. E nei sacri palazzi c’è chi inizia a sospettare che il mandante sia quella parte della Curia romana, sempre bacchettata duramente dal Papa, che vuole contrastare la sua ferma opera di pulizia.
Ad accompagnare il testo dell’enciclica è un commento ironico del vaticanista del settimanale, Sandro Magister, immediatamente «sospeso a tempo indeterminato» dalla Sala Stampa della Santa Sede. Un provvedimento duro, quello preso dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, che in una lettera a Magister e al direttore dell’Espresso, Luigi Vicinanza, sostiene che la pubblicazione della bozza di Laudato si’ «rappresenta evidentemente una iniziativa scorretta, fonte di forte disagio per moltissimi colleghi giornalisti e di grave turbamento del buon servizio della Sala Stampa della Santa Sede».
Al Fatto Quotidiano Magister dichiara di «rispettare in silenzio il provvedimento preso da padre Lombardi, non avendo nessun motivo per contestare la sanzione». Il vaticanista respinge con fermezza «l’ombra di un complotto anti papale» dietro la pubblicazione dell’enciclica ancora sotto embargo, precisando che «la decisione di pubblicarla è stata del direttore dell’Espresso che è riuscito ad averla non dai canali ufficiali quali la Sala Stampa della Santa Sede e la Libreria editrice vaticana. A me – racconta ancora Magister – è stato solo chiesto di scrivere qualche riga di introduzione, ma solo successivamente, quando il testo era già pronto per essere messo in rete». Ma perché rompere l’embargo? «Il direttore – risponde il vaticanista – aveva soltanto paura che l’enciclica sarebbe stata pubblicata da altri perché circolavano troppe versioni del testo e voleva essere il primo a divulgarla».
Sul suo blog Magister, 72 anni e una lunga carriera alle spalle, scrive beffardo accompagnando la pubblicazione di Laudato si’: «Eccola qui. È comparsa all’improvviso sul sito online dell’Espresso nelle ore meridiane di lunedì 15 giugno, tre giorni esatti prima del suo annunciato pubblico battesimo. L’autore di questo blog se l’è trovata anche lui davanti sullo schermo, tutta intera, sbucata chissà da dove, e allora l’ha accompagnata con qualche riga di presentazione, per introdurla in società come si conviene».
Appena il testo viene pubblicato sul sito del settimanale padre Lombardi frena subito i giornalisti accreditati permanentemente presso la Sala Stampa della Santa Sede. Ma ormai il danno è fatto. La domanda però resta: è solo uno scoop giornalistico o si tratta di un sabotaggio del documento più importante di Bergoglio? Il sospetto, in Vaticano e non solo, è che si tratti proprio di un tentativo, messo a segno, di annientare i passaggi più forti e più attesi del testo di Papa Francesco banalizzando l’intero documento a un Cantico delle creature del XXI secolo.
Tutt’altro, infatti, è il testo di Bergoglio in cui afferma che il diritto alla proprietà privata non è «assoluto o intoccabile», ribadisce il no alla teoria del gender e all’aborto, mette in guarda il mondo dal pericolo di una guerra chimica o nucleare, analizza il cambiamento climatico e attacca la Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile denominata Rio+20 che «ha emesso un’ampia quanto inefficace Dichiarazione finale» sulla riduzione del gas serra, chiede la soluzione del debito estero e punta il dito contro il salvataggio a ogni costo delle banche.