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 2015  giugno 17 Mercoledì calendario

Il ribaltone della Cdp, tra motivi tecnici (misteriosi) e imbarazzi politici (chiarissimi). La scelta di Renzi ricadrebbe su Giuseppe Guzzetti, 81 anni: «Faceva il presidente della Regione Lombardia quando il premier andava all’asilo e domani si accinge a celebrare il suo sedicesimo anniversario da presidente delle Fondazioni bancarie. Un Irrottamabile per il Rottamatore, insomma»

Dal governo dei tecnici a quello dei «motivi tecnici». Come quelli evocati ieri da Matteo Renzi per spiegare la sostituzione «per forza» di cinque consiglieri della Cassa Depositi e Prestiti che faranno decadere il consiglio d’amministrazione e porteranno quindi a sostituirne i vertici anche se hanno fatto «un buon lavoro». Ma su quali siano mai questi motivi, per quanto ammantati dell’autorevole definizione di «tecnici», il mistero resta fitto.
Meno misteriosa appare la commedia surreale che sta andando in scena ormai da dodici giorni, ossia da quel venerdì in cui il licenziamento dei vertici della Cdp – il presidente Franco Bassanini e l’amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini – fu annunciato a mezzo stampa come imminente per slittare poi di giorno in giorno fino a ieri, quando puntualmente non si è verificato. Che cosa voglia legittimamente fare il governo della Cdp – sua è la maggioranza, mentre le Fondazioni hanno il 18% – resta una questione aperta visto che non l’ha ancora chiarito. 
Ma adesso diventa interessante capire anche come intende farlo. È palese che ai vertici è stato dato l’avviso di sfratto, ma in assenza di mosse ufficiali, presidente e ad hanno buon gioco a dire che non vedono perché andarsene. Ed è palese anche che il rischio di vedersi attribuire dalla Corte dei Conti un possibile danno erariale – se Gorno Tempini viene mandato via un anno prima della scadenza avrà buon gioco a ottenere una buonuscita – non alletta nessuno dei consiglieri a far decadere il cda. Mentre il ministro dell’Economia, che a rigor di statuto ha l’80% e passa della Cdp, appare colpito da improvvisa afasia tocca così a Renzi provare a sfondare le resistenze a colpi di «motivi tecnici». 
Anche nelle partite finanziarie il Giglio magico sta perdendo il tocco magico? Forse sì. Ma forse conta anche la qualità dei contendenti in campo. Quello che Renzi si è scelto per il ribaltone alla Cdp si chiama Giuseppe Guzzetti, ha 81 anni: faceva il presidente della Regione Lombardia quando il premier andava all’asilo e domani si accinge a celebrare il suo sedicesimo anniversario da presidente delle Fondazioni bancarie. Un Irrottamabile per il Rottamatore, insomma. Alla fine comunque un’intesa si troverà: il potere pluridecennale di Guzzetti si basa proprio sulla sua infinita capacità di mediazione e di sicuro le Fondazioni non vorranno mettersi di traverso sulla strada del premier. Ma qualche danno collaterale, non solo per la Cdp, questa vicenda lo lascerà.