Il Sole 24 Ore, 17 giugno 2015
La Francia va alla guerra contro la Nutella. Il ministro dell’Ambiente Ségolène Royal attacca la Ferrero sull’utilizzo dell’olio di palma: «Le palme da olio hanno sostituito altre piante, con guasti considerevoli»
Si riapre in Francia la polemica sull’utilizzo dell’olio di palma da parte di Ferrero nella produzione di Nutella. A rilanciarla è stata Ségolène Royal, ministro dell’Ambiente (e dell’Energia, uno dei pesi massimi del Governo guidato da Manuel Valls), che durante una trasmissione televisiva (il Petit Journal di Canal+) ha esplicitamente invitato a non consumare Nutella.
Nell’ambito di un’intervista sui grandi temi climatici, in vista della conferenza mondiale Cop 21 che si svolgerà in dicembre a Parigi, la Royal ha detto che «bisogna riprendere a piantare alberi nel mondo, perché siamo in presenza di una deforestazione massiccia che ha un impatto sul riscaldamento del pianeta». E ha puntato il dito accusatore: «Bisogna smettere di mangiare Nutella, per esempio, perché contiene olio di palma. E le palme da olio hanno sostituito altre piante, con guasti considerevoli. Ferrero deve utilizzare altre materie prime».
Va precisato che la Francia è uno dei tre principali mercati mondiali del gruppo per la Nutella (insieme alla Germania e appena alle spalle l’Italia), con 155 milioni di vasetti venduti all’anno. Prodotti (al ritmo di 800mila vasetti al giorno) nell’impianto di Villers Ecalles (a 25 chilometri da Rouen), dove lavorano 1.200 persone. Proprio in Francia la questione era già stata sollevata alla fine del 2012, quando alcuni senatori avevano proposto, senza successo, la creazione di una supertassa del 300% sull’olio di palma, ritenuto nocivo per la salute (una delle cause dell’obesità) e appunto per l’ambiente con la distruzione di grandi aree di bosco per far posto alle palme da olio (soprattutto in Indonesia e Malesia, che si spartiscono l’85% della produzione mondiale).
Ferrero (che si rifornisce in Malesia, Papua-Nuova Guinea e Brasile) ha immediatamente replicato ricordando l’impegno del gruppo sul fronte ambientale. Dal 2005 il colosso italiano del settore dolciario è infatti membro dell’Rspo (Roundtable on sustainable palm oil), l’associazione che ha fissato i principi e i criteri per promuovere la produzione e l’uso dell’olio di palma sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale. Dal gennaio di quest’anno, spiega ancora il gruppo, i prodotti Ferrero vengono realizzati utilizzando esclusivamente olio ricavato dalla polpa del frutto delle palme certificato al 100% come sostenibile e segregato (cioè separato dall’olio di palma non sostenibile e con un percorso di tracciabilità dalle piantagioni certificate sostenibili alle linee di produzione), come previsto dalle regole della catena di approvvigionamento stabilite dalla Rspo, con un anno di anticipo rispetto al previsto. Un risultato che è stato positivamente commentato da Wwf e Greenpeace.
Ferrero ribadisce inoltre che l’olio di palma non è nocivo perché consente di ottenere il risultato desiderato (di sapore, consistenza e facilità di spalmatura) senza dover ricorrere al processo di idrogenazione che sarebbe necessario con altre materie prime.