Corriere della Sera, 17 giugno 2015
«Se Marino sa governare, governi e vada avanti, se non è capace vada a casa». A Porta a Porta Matteo Renzi torna a fare il rottamatore, parla del Giubileo («Il mondo ci guarderà. Le strade devono essere pulite»), della Cdp («Per motivi tecnici dobbiamo per forza nominare 5 persone nuove, e questo porta a far cadere l’intero consiglio di amministrazione») e di scuola («Colpa della sinistra interna e dell’opposizione, rischia di slittare tutto di un anno, soprattutto le assunzioni»)
Dopo i cattivi risultati dei ballottaggi dice che forse ha peccato in mediazioni, che si è pentito di un eccesso di moderatismo, che insomma deve tornare ad essere sé stesso, quel Renzi 1 che piaceva perché rottamava. E se questi sono i propositi, ieri se n’è avuto un assaggio: il premier va a Porta a Porta e spara almeno tre novità. Scuola: colpa della sinistra interna e dell’opposizione, rischia di slittare tutto di un anno, soprattutto le assunzioni. Marino, Roma, le inchieste: «Governi, se sa farlo, se no vada a casa». Cdp, Cassa depositi e prestiti, il vero forziere delle strategie di investimento pubbliche, nessun dietrofront: si cambia tutto il consiglio di amministrazione.
Prima novità, più che una vera decisione una sorta di minaccia, ma di non poco conto: «Quest’anno con tremila emendamenti in Commissione non si riesce ad assumere i 100 mila a settembre. Le scelte dell’opposizione hanno come conseguenza che il provvedimento non riuscirà ad entrare in vigore in tempo per settembre».
Insomma slitta tutto, ma forse anche no: la minaccia è sul tavolo. Di sicuro Renzi non ne può più delle «correnti del Pd, dello stare a discutere del nostro ombelico, caspita che barba, che noia». E allora, all’insegna del decisionismo, «faccio tesoro del suggerimento di Lula: se sei convinto di avere ragione ma hai l’opinione pubblica contro fai una conferenza nazionale, racconti la tua proposta, ascolti le critiche e poi decidi. A inizio luglio faccio una conferenza sulla scuola, sento tutti, dai sindacati alle famiglie, per un giorno e dopo si decide».
Secondo capitolo, Roma e le inchieste su mafia e corruzione, che hanno colpito anche esponenti del Pd. Il sindaco finora è rimasto fuori dalle indagini, ma non è segreto che a Palazzo Chigi è tollerato ma non amato: «Marino è una persona perbene, lo riconoscono tutti. Si continua a dire se va avanti o no. A me interessa capire se l’amministrazione pulisce le strade, mette a posto buche e emergenza. Se sanno governare, governino e vadano avanti, se non sono capaci vadano a casa». Una sorta di avvertimento, anche perché Roma «è una città bellissima, ha tutto, ha un’eco internazionale straordinaria. Quest’anno c’è il Giubileo, tutto il mondo ci guarderà, la vogliamo smettere di stare a discutere di questioni per gli addetti ai lavori e occuparci di cose serie?».
Ma c’è anche da precisare, come anticipato nei giorni scorsi, che «l’ipotesi del commissariamento per mafia non esiste. Leggeremo come governo le carte ma per noi non ci sono gli estremi». Fra l’altro, a fine trasmissione, Renzi fa un veloce sondaggio con il pubblico presente in studio sul sindaco di Roma: solo in tre lo difendono.
Per inciso, di mattina, davanti ai parlamentari del Pd, mentre annuncia il nuovo capogruppo alla Camera: «È il momento più difficile e più affascinante dell’intera legislatura. Questa legislatura, che finirà nel 2018, fa venire i brividi. Succede di perdere: in alcune città il Pd ha perso, altre le abbiamo riprese ma certo quando i cittadini scelgono altro, il partito deve riflettere. Un anno fa il Pd aveva il segno più 40% e i posti di lavoro avevano segno meno. Oggi l’economia torna a tirare e abbiamo 260 mila posti di lavoro in più».
Ultimo capitolo, la Cassa depositi e prestiti e l’annuncio di un cambio al vertice in tempi stretti: «Per motivi tecnici dobbiamo per forza nominare 5 persone nuove, e questo porta a far cadere l’intero consiglio di amministrazione e, quindi, pensando che gli attuali vertici hanno fatto un buon lavoro» occorre «intervenire perché Cdp sia ancora più forte». Per Franco Bassanini e per l’amministratore delegato, Giovanni Gorno Tempini, un avvicendamento potrebbe dunque arrivare nei prossimi giorni.