il Fatto Quotidiano, 16 giugno 2015
La ’oncip, la ’assa Deposito e prestiti, la ’amera di Commercio. Niente di strano, solo aspiranti manager delle aziende di Stato che tentano di aspirare la “c”, per acquisire le competenze indispensabili per essere nominati dal governo Renzi. Il caso di Lapo Pistelli, Luigi Marroni ed Ernesto Maria Ruffini
Da giorni, in prestigiose accademie o negli studi dei più rinomati logopedisti della Capitale, si odono file di distinti signori in giacca e cravatta ripetere strane parole: “La ’assa Depositi e Prestiti”, “la ’onsip”, “la ’amera di Commercio”. Niente di strano, sono aspiranti manager delle aziende di Stato che, aspirando pure la “c”, tentano di acquisire le competenze indispensabili per essere nominati dal governo Renzi in qualche poltrona di rilievo: essere toscani non è indispensabile, ma se non lo si è, bisogna essere passati dalla Leopolda o almeno aver mandato un assegno (certo, sì gli amici potenti valgono ancora, meglio se toscani).
Dopo gli ultimi casi – Lapo Pistelli all’Eni, Luigi Marroni a Consip ed Ernesto Maria Ruffini a Equitalia – è psicosi. Dicono che Franco Bassanini si nutra da giorni solo di ribollita e lampredotto pur di scacciare l’assalto di Claudio Costamagna. Mauro Moretti, per non dare l’idea di quello che se ne frega, va quasi tutti i sabati a fare le terme a Bagno Vignoni e agguanta sanguinolente fiorentine con l’osso. A Capalbio sono disperati: la nuova Piccola Atene, dicono, è Pontassieve e i prezzi delle case crollano. In Rai, invece, si segnalano strani comportamenti in materia di appalti della lavanderia, forse ingenerati da un piccolo misunderstanding attorno all’espressione “risciacquare i panni in Arno”. D’altronde ci si lamentava sempre che bisognava assumere nella P.A. in base a criteri chiari e ora Renzi ce li ha forniti. Avanti, tutti in coro: la ’assa Depositi e Prestiti, la ’onsip…