Il Sole 24 Ore, 16 giugno 2015
Monte dei Paschi ha rimborsato ieri l’ultimo miliardo di euro di Monti-bond. La banca senese ha così completato la restituzione degli aiuti di Stato. Il saldo netto per le casse del Tesoro è ampiamente positivo, grazie alle ricche cedole pagate negli anni, di cui l’ultima in azioni
Mps ha rimborsato ieri gli ultimi 1,017 miliardi di euro di Monti-bond. La banca senese ha così completato, dopo il primo rimborso da 3 miliardi un anno fa, la restituzione degli aiuti di Stato. Si conclude così, grazie anche al successo dell’aumento di capitale da 3 miliardi chiuso venerdì scorso, il rapporto «debitorio» tra Mps e lo Stato Italiano, fonte di non poche polemiche politiche. Il saldo netto per lo Stato è ampiamente positivo, grazie alle ricche cedole pagate negli anni, di cui l’ultima in azioni. La novità dei prossimi giorni, ovvero a partire dal primo luglio, è che al Ministero dell’Economia andrà una quota pari a circa il 4% del capitale del Monte Paschi come pagamento in azioni dell’ultima cedola dei Monti bond. In attesa dell’aggregazione con altri istituti, formalmente chiesta dalla Bce, la prossima tappa per Mps riguarda la nomina del nuovo presidente dopo che l’attuale numero uno Alessandro Profumo ha ribadito l’uscita a inizio agosto.
Continua pagina 30 Monica D’Ascenzo Continua da pagina 29 Sul fronte senese, da segnalare che in Borsa – dopo la chiusura della ricapitalizzazione – i titoli hanno accusato un forte calo cedendo il 4,12% a 1,72 euro e raggiungendo praticamente il prezzo dell’aumento di capitale sottoscritto al 99,6%. Sempre di ieri, poi, la conferma da parte del presidente Alessandro Profumo delle sue dimissioni a breve: «Le mie dimissioni arriveranno a breve» ha commentato, non volendo aggiungere di più perché «le dimissioni si annunciano al cda, anche per una questione di rispetto per i consiglieri».
Se per il Monte la vicenda aumento di capitale può dirsi conclusa, è ancora a metà del guado la ricapitalizzazione da 850 milioni di Banca Carige. Ieri a Piazza Affari le azioni hanno lasciato sul terreno il 5,39% a 1,546 euro per azione, mentre i diritti dell’aumento di capitale sono scivolati per la sesta seduta consecutiva con un -11,94%. I diritti sono arrivati a 2,448 euro dai 3,87 euro dell’apertura dell’8 giugno scorso, perdendo oltre il 37% dall’avvio dell’operazione. Percentuale più alta di quanto perso dai diritti dell’aumento di Banca Mps (-30% circa), chiuso la scorsa settimana. Questi valori, a quattro giorni dalla fine degli scambi sui diritti che termineranno il 19 giugno, dovrebbero permettere ai soci «forti» di Carige di aumentare la propria posizione già nel corso dell’aumento: in particolare, la famiglia Malacalza (titolare del 15% e dichiaratamente aperta a salire ancora) e Gabriele Volpi (che ufficialmente possiede il 5,1%) potrebbero essere fra chi in questo momento è interessato ad acquistare. La giornata di ieri ha visto Carige protagonista anche sul fronte giudiziario: Giovanni Berneschi, ex presidente dell’istituto ligure, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, al termine dell’udienza preliminare del maxi processo per la presunta truffa a Carige Assicurazioni. Insieme a lui sono stati rinviati a giudizio altri sette imputati, tra cui Ferdinando Menconi, ex amministratore delegato del gruppo assicurativo di Carige. La prima udienza si terrà il 23 settembre a Genova. Berneschi, a caldo, ha commentato: «Me lo aspettavo, ci divertiremo al processo. Sono contento che il processo si svolga a Genova perché ho dieci armadi di documenti, per la difesa, non sarebbe stato semplice spostarli ogni volta».