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 2015  giugno 15 Lunedì calendario

Il risveglio dalla cometa. Dopo sette mesi di silenzio Philae lancia nuovi segnali. La missione di Rosetta continua

Un segnale dalle profondità dello spazio ha riacceso entusiasmi ormai quasi scomparsi. Il robottino Philae dalla superficie turbolenta della cometa Churyumov-Gerasimenko distante 305 milioni di chilometri dalla Terra ha fatto sentire la sua voce. Era silenzioso dal 15 novembre 2014 e anche i più ottimisti ormai erano inclini a pensare ogni contatto impossibile. «Invece con grande sorpresa intorno alle 23 di venerdì notte per 85 secondi abbiamo raccolto messaggi preziosi – racconta Paolo Ferri che al centro di controllo dell’Esa di Darmstadt dirige le operazioni delle sonde interplanetarie europee —. Poi la comunicazione si è interrotta, ma la trasmissione ha riaperto possibilità straordinarie».
Philae, dopo dieci anni di viaggio aggrappato alla sonda madre Rosetta, il 12 novembre sbarcava sul suolo dell’astro. Ma l’arrivo era rocambolesco perché al primo tocco nella zona di Agilkia gli arpioni delle tre gambe non funzionavano impedendo l’ancoraggio. Così il robottino rimbalzava per tre volte finendo la sua corsa rovesciato, in un luogo ombroso e sull’orlo di un precipizio. Era la peggiore delle situazioni possibili. Ma pur in quelle condizioni per 60 ore analizzava l’ambiente e inviava i suoi rapporti scientifici decifrando un luogo denso di mistero.
Sulla sonda dell’Esa e sul robottino c’è molto lavoro dei nostri scienziati e ingegneri industriali coordinati dall’agenzia spaziale Asi. Uno dei più complessi e straordinari meccanismi è la trivella concepita al Politecnico di Milano e costruita da Selex Es-Finmeccanica. Nel novembre scorso era stata azionata ma non era stato possibile capire se fosse riuscita a colpire il suolo. «Ora si riapre un’opportunità mai tentata – nota Amalia Finzi che ha guidato il progetto al Politecnico —, la trivella dovrebbe scendere una ventina di centimetri in profondità per analizzare il suolo. L’obiettivo è trovare conferma di sostanze organiche che sono i mattoni della vita».
Il «risveglio» di Philae ha sorpreso anche perché ha ricominciato a trasmettere con una potenza di 24 Watt, superiore a quella prevista. Ciò vuol dire che riceve una buona dose di luce solare per ricaricare le batterie e che tutto il suo cuore elettronico è sopravvissuto al gelo di questi mesi con temperature cento gradi sotto lo zero.
La cometa si avvicina sempre di più al Sole e passerà alla sua minima distanza (190 milioni di chilometri) il 13 agosto prossimo. La superficie sta diventando sempre più infernale mentre ghiacci e polveri si sciolgono generando la coda. Per questo l’orbita della sonda madre Rosetta che ruota intorno alla cometa è stata sollevata a duecento chilometri.
«La notizia del risveglio ci lascia aspetti da chiarire – precisa Paolo Ferri —. Con Philae si dovrebbe poter “parlare” due volte al giorno ma finora c’è stato solo il primo contatto. Cercheremo di capire il motivo. L’importante è che sia in grado di comunicare perché le sue condizioni lo permettono». Intanto nei segnali trasmessi ha inserito anche molti dati scientifici che aveva raccolto e lasciato in memoria. Nulla è andato perduto e l’avventura può ricominciare.