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 2015  giugno 15 Lunedì calendario

L’avanzata del centrodestra nei Comuni • Breve ritratto di Luigi Brugnaro, che a Venezia ha battuto Felice Casson • Il piano B di Renzi per l’emergenza migranti • Tensione tra Italia e Francia su Schengen • Cresce il timore dell’uscita della Grecia dall’euro • La donna decapitata da un trans

 

Amministrative 1 Affluenza ancora in calo, rispetto al primo turno, ai ballottaggi delle elezioni amministrative svoltesi ieri in 78 Comuni (12 i capoluoghi): la percentuale dell’affluenza (47,1%) è schizzata di 16 punti verso il basso rispetto al primo turno di 15 giorni fa (63,2 %).

Amministrative 2 A Venezia l’imprenditore Luigi Brugnaro ha sconfitto Felice Casson (53,2 a 46,8%). Il centrodestra, dunque, dopo la Liguria, conquista un’altra roccaforte della sinistra ribaltando un risultato che al primo turno aveva premiato l’ex magistrato con ben 10 punti di vantaggio. Il centrosinistra vince a Mantova, Lecco, Macerata, Trani mentre ad Enna, dove si vota anche oggi fino alle 15, sarebbe solo questione di ore per la proclamazione del «barone rosso» del Pd Vladimiro Crisafulli. Ad Arezzo gli elettori hanno premiato sul filo di lana il candidato del centrodestra Alessandro Ghinelli che pure al primo turno era stato staccato di nove punti da Matteo Bracciali del centrosinistra. Passo indietro per il Pd e i suoi alleati anche a Nuoro dove Alessandro Bianchi deve farsi da parte davanti alla travolgente vittoria di Andrea Soddu sostenuto dai comitati cittadini e dagli autonomisti sardi. Il centrodestra vince a Chieti e a Rovigo dove è la Lega a fare la differenza. Mentre a Fermo ci ha pensato una lista civica a fermare il candidato del centrosinistra. Candidati del centro sinistra sconfitti anche a Vigevano e a Voghera. Ma anche dal Sud non arrivano buone nuove per il Pd. Innanzitutto fa molto male ai dem la sconfitta di Matera dove Salvatore Adduce (45,4%) ha ceduto il passo a Raffaello De Ruggeri (54,5%). In Calabria si votava anche in alcuni popolosi Comuni: il centrosinistra vince a Castrovillari ma perde a Lamezia e a Gioia Tauro dove si affermano i candidati sostenuti da Forza Italia. Matteo Renzi, al telefono con i massimi dirigenti del partito e con il Nazareno, così ha commentato il risultato elettorale dei ballottaggi: «Questo voto conferma quello che cerco di spiegare da un po’ di tempo ai miei amici del Pd: il centrodestra non è affatto morto, anzi è un avversario temibile quando si unisce».

Brugnaro Luigi Brugnaro, imprenditore, patron di Umana, dal 2006 è proprietario e presidente della Reyer, la storica squadra di basket veneziana che sotto la sua guida è tornata in serie A. Nato a Mirano, gli avversari lo chiamavano «il campagnolo». Veemente, esuberante, ricco come Creso e incapace di perdere (dicono i suoi), l’ultima giornata da candidato l’ha iniziata con un giro per la città. Gli avversari lo accusano di aver girato per pasticcerie per offrire la colazione ai veneziani. «Macché — risponde lo staff — giusto un cappuccino con gli amici». Poi, giornata in famiglia. A pranzo, pasta al pomodoro e chianina proveniente da una delle aziende di famiglia, 426 ettari a Chiusi.

Migranti 1 Una stretta sulle espulsioni: procedure veloci di rimpatrio da attuare grazie ad accordi economici con i Paesi di provenienza dei migranti. Un potenziamento dei Cie, i centri di identificazione ed espulsione ridotti oggi al lumicino, che verrebbero portati a una capienza di almeno 2.000 posti letto. Un investimento sulle caserme abbandonate da requisire e da rendere praticabili per ospitare centri di accoglienza per richiedenti asilo. E, infine, la volontà di ridiscutere il regolamento di Dublino che prevede che i migranti debbano restare nel Paese in cui vengono identificati, se non ci sarà accordo al prossimo vertice europeo. È questo il «piano B» annunciato da Renzi per fronteggiare la crisi dell’accoglienza dopo le chiusure delle frontiere da parte della Francia e della Germania.

Migranti 2 I migranti continuano ad essere respinti a Ventimiglia da polizia e Gendarmeria francesi. Dal Viminale trapelavano ieri malumori e l’accusa al governo di Parigi di aver sospeso la libera circolazione delle persone prevista dal trattato di Schengen. Qualche ora dopo, nel pomeriggio, una fonte del ministero dell’Interno ha corretto il tiro. «La Francia non ha sospeso Schengen — ha puntualizzato un dirigente del Viminale — ma ha reintrodotto i controlli fissi alle frontiere con l’Italia che non sono previsti dal trattato». A stretto giro, è arrivata la replica francese. In assenza di dichiarazioni ufficiali di ministri del governo — che per il momento hanno scelto profilo basso — la prefettura delle Alpes- Marittimes ha precisato che «non c’è stata nessuna sospensione di Schengen». I treni tra Italia e Francia hanno continuato a viaggiare, ha spiegato un portavoce della Prefettura, e tutte le strade e le autostrade sono rimaste aperte. L’unica eccezione, ha precisato la stessa fonte, risale a sabato, per un’ora o due, sulla litoranea tra Ventimiglia e Mentone, dove la circolazione è stata temporaneamente interrotta per permettere le operazioni di evacuazione dei migranti. «Sono stati gli stessi agenti italiani a chiederlo ai colleghi francesi sul posto» ha proseguito il portavoce della Prefettura, sottolineando «la cooperazione proficua e il dialogo sempre amichevole” tra le forze dell’ordine dei due paesi, nonostante «il momento difficile». Dopo aver rafforzato la presenza della gendarmeria al confine, le autorità francesi insistono sul fatto che Schengen non è chiusa e la frontiera rimane aperta. «Chiunque abbia il diritto di circolare nello spazio Schengen può continuare a farlo liberamente» aggiunge la Prefettura delle Alpes-Marittimes. La Francia si avvale degli accordi franco- italiani di Chambéry, siglati nel 1997 per i controlli di frontiera, per giustificare i blocchi e il riaccompagnamento degli stranieri in situazione irregolare.

Migranti 3 La Svizzera, intanto, prosegue nel tenere le porte completamente chiuse. Da gennaio sono stati quasi 1.700 i migranti respinti dalla polizia di confine elvetica.

Grecia È fallito l’ultimo tentativo del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker di sbloccare il negoziato tra la Grecia e i creditori internazionali in tempo per la riunione di giovedì dell’Eurogruppo. «Resta una significativa distanza tra i piani delle autorità greche e le richieste di Commissione, Bce e Fmi sullo 0,5-1% del Pil o l’equivalente di oltre 2 miliardi di misure di bilancio permanenti su base annua. Inoltre, le proposte greche restano incomplete», ha spiegato una portavoce della Commissione. Duro il vicecancelliere tedesco Sigmar Gabriel: «L’ombra di una uscita della Grecia dall’euro sta diventando sempre più visibile. I lavoratori e le famiglie tedesche non pagheranno per le esagerate promesse elettorali fatte da un governo mezzo comunista».

Delitto Antonietta Gisonna, 51 anni. Napoletana d’origine, viveva nella periferia di Milano e nel suo modesto appartamento faceva sesso a pagamento con uomini conosciuti via chat. Donna «gentile ma un po’ nevrotica», si vedeva soprattutto in cortile con la cagnolina Milly, meticcio con il pelo maculato grigio e nero. Raccontava che in realtà quel cane era di una delle due figlie, rinchiusa nel carcere di Opera e condannata a più di vent’anni per storie di droga. Nel suo appartamento si prostituiva pure il transessuale equadoriano Carlos Julio Torres Velesaca, che lei presentava a tutti come sua cugina. Costui l’altra notte, fatto di coca, durante una lite furibonda causata da questioni di soldi o di droga sfasciò mobili, ruppe specchi, poi prese un coltello e le sferrò una decina di fendenti al collo fino a quando la testa si staccò dal resto del corpo. Poi la prese e la lanciò dalla finestra della cucina, mandandola a rotolare in cortile. Infine, quando sentì il trambusto dei carabinieri sulle scale, chiuse la porta di casa e si barricò in bagno (una vicina di casa, svegliata dalle urla, aveva dei colpi sul pavimento, «come se qualcuno stesse sfondando le piastrelle con uno scalpello»; un altro vicino dalla finestra ha assistito al delitto: «Vedevo distintamente che affondava la lama e poi la trascinava per lacerare il corpo»). Alle due di notte di domenica 14 giugno in un complesso di case popolari in via Giovanni Antonio Amadeo 33, periferia Est di Milano.

(a cura di Roberta Mercuri)