La Stampa, 12 giugno 2015
Caso Kroll, Tronchetti Provera assolto dopo dieci anni di processo, era accusato di ricettazione. Ora la sentenza «perché il fatto non costituisce reato». Per dimostrare la sua innocenza ha rinunciato alla prescrizione
Assolto con formula piena «perché il fatto non costituisce reato». I giudici della prima Corte d’Appello di Milano, al termine di una breve camera di consiglio, sollevano Marco Tronchetti Provera dall’accusa di ricettazione nel cosiddetto «caso Kroll», nato da una costola dell’inchiesta sui «dossier illegali» di Telecom Italia.
A dieci anni dai fatti l’attuale presidente e amministratore delegato di Pirelli vede così sovvertita la sentenza di primo grado che due anni fa l’aveva condannato a un anno e otto mesi di reclusione (tutto coperto da indulto) e a risarcimenti vari. Al centro della vicenda, quel cd-rom con materiale che comprovava lo spionaggio della Kroll ai danni di Tronchetti e che gli hacker della Security di Telecom guidati da Giuliano Tavaroli erano riusciti a trafugare. Era il 2004, impazzava la battaglia per il controllo di Brasil Telecom.
Tronchetti che ha sempre professato la sua innocenza (sostenendo di non aver mai conosciuto la provenienza illecita del materiale che fu utilizzato per denunciare alle autorità lo spionaggio ai suoi danni), fuori dall’aula mostra soddisfazione. Ma non dimentica questi lunghi anni in cui «c’è stato un tentativo di attribuire responsabilità inesistenti. Mi sono sempre preoccupato di gestire con passione le aziende e ho sempre avuto fiducia che la verità si sarebbe imposta».
Una verità che il manager ha voluto ad ogni costo emergesse con chiarezza, nero su bianco. Al punto da rinunciare alla prescrizione che era scattata il 26 settembre 2014 «affinché possano venire accertati i fatti», disse alla prima udienza del processo d’Appello. E il collegio, presieduto da Marta Malacarne, gli ha dato ragione, respingendo le tesi del sostituto pg Felice Isnardi che chiedeva la conferma della condanna inflitta in primo grado. Invece «l’acquisizione dei nuovi elementi probatori da parte dei giudici dimostra le lacune del dibattimento di primo grado», commentano i difensori di Tronchetti, gli avvocati Marco De Luca e Giuseppe Lombardi. I quali dichiarano così chiusa la vicenda Kroll, ricordando come il presidente di Pirelli ed ex presidente di Telecom non sia mai stato «processualmente coinvolto» nella vicenda dei «dossier illegali». Così «finalmente, dopo quasi 10 anni di inchieste, i fatti sono emersi con tutta la loro forza, dimostrando la totale estraneità del dottor Tronchetti a tutte queste vicende», dicono i legali.
Con questa assoluzione si fa più probabile l’archiviazione degli avvocati Francesco Mucciarelli e Francesco Chiappetta, ai tempi dei fatti consulenti legali di Tronchetti, che sono stati indagati per falsa testimonianza per le dichiarazioni rese nel processo di primo grado. Lui, Tronchetti, con accanto una figlia, ringrazia «chi mi ha sempre dato fiducia». Alla Procura riconosce di aver indagato «in modo serio. Ma fin dall’inizio, a chi ha avuto accesso ad atti e carte, la mia estraneità era evidente». Non lo fu in primo grado. L’appello ribalta tutto. Secondo il presidente della Pirelli è «un esempio del fatto che bisogna avere sempre fiducia nella giustizia, anche quando è veramente difficile».