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 2015  giugno 12 Venerdì calendario

«Dirty soccer», altri 17 indagati ma senza l’aggravante mafiosa. Tre partite alterate nel campionato Eccellenza calabrese, ma gli episodi sarebbero molti di più. Al centro del sistema un esponente della cosca Iannazzo e patron di una squadra

Campionato di Eccellenza calabrese, 29 marzo 2015: Palmese-Paolana 4 a 3. La presunta combine fallisce nonostante le minacce e le paure. Uno degli indagati dalla Dda di Catanzaro, che ieri, con 17 nuovi indagati, ha dato linfa al nuovo filone dell’indagine Dirty Soccer, che vede già una settantina di persone coinvolte dal 19 maggio, dirà infatti: «Ragazzi ma cosa state facendo? Che qua a noi ci tagliano la testa…che qua non scherzano».
L’operazione, condotta dal Pm Elio Romano e delegata alla Ps (alla Squadra mobile di Catanzaro e allo Scico di Roma), ogni giorno fornisce nuovi spunti nonostante i distinguo del capo della Procura di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, secondo il quale viene sì confermata dal Gip Domenico Commodaro la bontà del lavoro svolto ma, per quanto riguarda l’aggravante della modalità mafiosa, «non è stata riconosciuta dal gip per mancanza di elementi».
Non è stato riconosciuto, invero, neppure il terzo gruppo criminale che, secondo la Dda, ruotava intorno alla figura di Pietro Iannazzo e del «suo» Sambiase 1962, dedito, secondo la ricostruzione dei pm, all’alterazione delle gare del campionato di Eccellenza.
Il Gip riconosce però, a pagina 1057 dell’ordinanza di custodia cautelare firmata il 10 giugno, «l’esistenza di un accordo tra gli indagati volto a truccare lo svolgimento di alcuni e predeterminati incontri di calcio, al fine esclusivo di favorire la permanenza nel campionato di Eccellenza Calabria della società Sambiase 1962» e circoscrive le attività a tre partite svolte tutte nello stesso giorno, tra le quali Palmese-Paolana.
Tutto ruota intorno a Pietro Iannazzo che avvalendosi della sua caratura criminale, essendo, come ricorda l’ordinanza, un esponente di spicco dell’omonima cosca e facendo ricorso alle sue conoscenze con esponenti di varie società calcistiche, sarebbe riuscito a realizzare una rete personale di personaggi tra loro collegati. Questa ragnatale gli sarebbe servita per dare vita ad un sistema di mutua assistenza finalizzato a condizionare alcune partite della Lega nazionale dilettanti, serie D. Il fine ultimo di Iannazzo era quello di garantire la permanenza nel campionato del Sambiase.
A tal fine l’allenatore della squadra lametina, Riccardo Petrucci, secondo la ricostruzione dei pm, si sarebbe dato da fare per assecondare la volontà, in una girandola di incroci magici che avrebbero garantito i desiderata di Iannazzo. L’allenatore avrebbe preso contatti con un calciatore del Castrovillari per combinare la partita della sua squadra a favore dello Scalea per avere poi gioco facile con la società reggina Gallico Catona che avrebbe visto così sfumare le aspettative di disputare i play off. La partita effettivamente finirà 3 a 0 per lo Scalea.
Non saranno le uniche mosse sullo scacchiere. A seguire le ricostruzioni della Procura, c’è da perdere la testa tra interessamenti, piaceri, promesse, scambi di favore mantenuti e no. Fatto sta che quella partita Palmese-Paolana proprio non ce la fa a entrare nell’agenda dei desideri realizzati per Iannazzo e la Procura annota che «il non rispetto dei patti, nell’alterazione del risultato da parte della dirigenza della Palmese, porterà i dirigenti del Sambiase a esternare tutto il loro disappunto e li porterà, addirittura, a minacciare di denunciare alcuni favori concessi in precedenza alla Palmese. Tale ultima evenienza faceva emergere chiaramente altre combine realizzate in passato dai dirigenti del Sambiase e della Palmese ma in quel caso in favore di quest’ultima squadra».
«Siamo nauseati da quello che abbiamo intercettato – ha detto il capo della Squadra mobile di Catanzaro Rodolfo Ruperti –, non c’è stata telefonata in cui non si parlasse di partite alterate. Naturalmente l’attività investigativa non è ancora conclusa. Si sono interrotte le misure cautelari perché sono chiusi ormai i campionati e questo non comporta il pericolo di inquinamento di ulteriori riscontri».