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 2015  giugno 12 Venerdì calendario

La data prevista per il parto è il 17 agosto: nascerà un maschio, il figlio di Martina Levato e Alexander Boettcher. Una parte della sentenza di ieri, che condanna i due genitori, riguarda anche il bambino. Crescerà in una cella o sarà dato in affido?

La data prevista per il parto è il 17 agosto: nascerà un maschio, il figlio di Martina Levato e Alexander Boettcher. Una parte della sentenza di ieri, che condanna i due genitori, riguarda anche il bambino. I giudici hanno ribadito le «eccezionali esigenze cautelari», quindi la necessità del carcere, per i due. Tradotto: Martina rimane in galera nonostante l’avanzato stato di gravidanza, di solito considerato incompatibile con una detenzione. Come pena accessoria, Boettcher e Levato hanno però anche «l’interdizione legale», che comporta la decadenza della «responsabilità genitoriale». «Se la sentenza verrà confermata fino all’ultimo grado, ai due potrebbe essere tolta la patria potestà», chiarisce il legale della Levato, Daniele Barelli.
A questo punto si apre un altro tema: la condanna di primo grado, e dunque la pena accessoria, non sono definitive. Il bambino nascerà però tra due mesi, prima che si possa arrivare in Cassazione. Per questo il giudice della IX sezione penale, Anna Introini, ha disposto la trasmissione al Tribunale per i minorenni. Saranno dunque quei giudici a esaminare gli atti e stabilire quale sarà la scelta migliore nell’interesse di un bambino che, come ha ripetuto spesso la madre di Boettcher, Patrizia Ravasi, «nascerà senza alcuna colpa». Le possibilità sono molteplici e dipenderanno da valutazioni complesse del Tribunale per i minorenni, che dovrà prendere in considerazione, al di là della sentenza, l’intero quadro «familiare».
Il bambino potrebbe restare in cella con Martina fino ai 6 anni, il massimo consentito per legge. Andare insieme a lei all’Icam, una virtuosa struttura milanese, unica del genere in Italia, che dal 2007 ospita madri detenute coi loro figli. Qui i bimbi hanno spazi per giocare. Le agenti sono in borghese. E non ci sono sbarre alle finestre. Altra ipotesi: il figlio di Martina e Alexander potrebbe essere trasferito in una comunità o dato in affido, magari a qualche parente (la madre di Boettcher, secondo il suo legale, «è disposta a qualunque intervento, incluso l’affido»). L’ultima possibilità, remota, è che venga dichiarato adottabile.