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 2015  giugno 11 Giovedì calendario

Ncd, il Nuovo Centro Destra, ma di Nuovo Centro Detenuti. Travaglio racconta che ormai il partito «ha più parlamentari inquisiti che elettori: 20 su 54, il 37%. Una buona media, che però conta di migliorare nei prossimi mesi visto il ritmo incessante di new entry targate Ncd sui registri degli indagati e i mattinali delle migliori procure. L’altro giorno era toccato al sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione. E ora ecco Azzollini, anzi rieccolo»

Mentre in Antimafia processano Rosy Bindi per il grave reato di incensuratezza e il condannato in primo grado-plurimputato-decaduto-ineleggibile Vincenzo De Luca scorrazza fra Nazareno e Palazzo Chigi per salvarsi da una legge dello Stato, giunge in Senato la richiesta di autorizzazione all’arresto per Antonio Azzollini, presidente della commissione Bilancio. Indovinate il partito, uno a caso: Ncd, che non è l’acronimo di Nuovo Centro Destra, ma di Nuovo Centro Detenuti. Ormai ha più parlamentari inquisiti che elettori: 20 su 54, il 37%. Una buona media, che però conta di migliorare nei prossimi mesi visto il ritmo incessante di new entry targate Ncd sui registri degli indagati e i mattinali delle migliori procure. L’altro giorno era toccato al sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione, inquisito per turbativa d’asta per la gara truccata del Cara di Mineo. E ora ecco Azzollini, anzi rieccolo: il nostro eroe già faceva parte di diritto delle quote marron per la sua partecipazione straordinaria – associazione per delinquere, falso, abuso d’ufficio, truffa, frode in pubbliche forniture, rifiuto di atti d’ufficio, violazioni ambientali e paesaggistiche, minaccia a pubblico ufficiale, concussione per induzione – all’inchiesta appena chiusa sempre a Trani sulla megatruffa da 150 milioni per il nuovo porto commerciale di Molfetta. A dicembre il Senato aveva negato ai giudici l’autorizzazione a usare le sue intercettazioni, col voto decisivo del Pd, proprio mentre Renzi lanciava la supercazzola del “Daspo ai corrotti”.
Il premier, com’è noto, gli alfanidi deve tenerseli ben stretti perché non può fare a meno di loro, come essi stessi gli hanno elegantemente rammentato l’altroieri assentandosi in blocco dalla commissione Affari costituzionali e facendo bocciare la pregiudiziale di costituzionalità della “Buona scuola” (persino loro possono rendersi utili, ovviamente a loro insaputa). Vedremo che farà ora il Pd sulla richiesta d’arresto inoltrata dal gip di Trani, che ha già incarcerato o messo ai domiciliari nove coindagati di Azzollini: la nuova indagine riguarda il crac da 500 milioni di una casa di cura di Bisceglie, la “Divina Provvidenza”, e l’accusa è associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e altri reati. L’uomo che ha in mano il bilancio dello Stato a Palazzo Madama dal lontano 2001 (salvo un intervallo di due anni) così si rivolgeva nel 2009 alle suorine della congregazione Ancelle della Divina Provvidenza: “Da oggi in poi comando io, se no vi piscio in bocca”.
E queste erano soltanto le sue orazioni mattutine, che però subito sortivano l’effetto sperato: Azzollini – secondo gl’inquirenti – poté nominare al vertice della pia congrega tre suoi prestanome e “amministrare l’Ente secondo i suoi dettami, controllarne quotidianamente gli affari, pilotare assunzioni e rapporti negoziali, con trasmissione in anteprima al politico dei principali provvedimenti attinenti la gestione”. Una personcina ammodo, che si aggiunge alla collezione Ncd. Cioè il partito nato nel novembre del 2013 per sorreggere il governo Letta, orbo dell’apporto berlusconiano, e conservare le poltrone sotto le terga dei noti statisti Alfano, Lupi, Quagliariello, De Girolamo e Lorenzin, con la benedizione di Re Giorgio e fra i gridolini di giubilo dei giornaloni. Eugenio Scalfari, su Repubblica, salutò la succursale romana del Museo Lombroso come “la nuova destra repubblicana, una novità di grandissimo rilievo nel panorama della politica non soltanto italiana ma anche europea”. Sul Corriere, Polito El Drito si sdilinquì per la “nuova maggioranza temprata nel fuoco di una battaglia parlamentare aperta e senza rete” in vista della “riforma del sistema politico” e dell’avvento “di una terza Repubblica”, incurante della spaventosa somiglianza tra la foto di gruppo degli Ncd e il bar di “Guerre Stellari”.
Formazione tipo. Roberto Formigoni, imputato a Milano in due processi per associazione per delinquere e corruzione. Nunzia De Girolamo, inquisita a Benevento per truffa e abuso d’ufficio. Giuseppe Scopelliti, condannato in primo grado per abuso. Giuseppe Castiglione, sottosegretario all’Agricoltura, indagato a Catania per turbativa d’asta. Suo suocero Pino Firrarello, condannato e poi prescritto per turbativa d’asta e corruzione sull’ospedale di Catania e di nuovo inquisito per voto di scambio. Vito Bonsignore, cugino di Castiglione, condannato in via definitiva per tentata corruzione e di nuovo indagato per induzione indebita sull’appalto della Mestre-Orte nello scandalo Grandi Opere insieme ad altri due big Ncd: Rocco Girlanda e Stefano Saglia. Per la stessa inchiesta ha dovuto dimettersi da ministro Maurizio Lupi, non indagato, ma beccato a raccomandare il pargolo. Luigi Grillo, patteggiamento per corruzione su Expo e indagato per rapporti con la ‘ndrangheta. Renato Schifani, per anni indagato per mafia, archiviato con un provvedimento che sottolinea i suoi rapporti con diversi mafiosi. Antonio D’Alì, prescritto per mafia fino al 1994 e assolto per il periodo successivo. Poi Azzollini e tanti altri gentiluomini d’altri tempi. Il 1° luglio 2011, quand’era ancora nel Pdl, Alfano l’aveva solennemente promesso: “Dobbiamo lavorare per un partito degli onesti. Silvio Berlusconi è stato un perseguitato dalla giustizia, ma con onestà dobbiamo dire che non tutti lo sono”. È stato di parola: si è portato via quasi tutti gli inquisiti e i pregiudicati (compreso – pare – Previti, in veste di coach e di talent scout), trasformando Ncd nella bad company di Forza Italia e Forza Italia in un convento di orsoline (infatti gli elettori non la riconoscono più). Se si piglia pure Verdini e Fitto, è fatta.