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 2015  giugno 11 Giovedì calendario

Laboratori separati per maschi e femmine. Questa è la proposta del premio Nobel Tim Hunt: «Accadono tre cose quando stanno insieme. Noi ci innamoriamo di loro. Loro si innamorano di noi. E quando le criticate piangono». Quando un apartheid sessuale non tiene conto dei benefici che le tensioni amorose apportano alla vita d’ufficio, in termini di entusiasmo e di presenzialismo

Il premio Nobel per la medicina Tim Hunt ha proposto di creare laboratori separati per uomini e donne. «Accadono tre cose quando stanno insieme» ha spiegato. «Noi ci innamoriamo di loro. Loro si innamorano di noi. E quando le criticate piangono». Parole che confermano come l’avere vinto un Nobel non ti esima automaticamente dal rischio di attingere a luoghi comuni da bar. Infatti la succursale moderna del bar, il web, è intervenuta a sostegno del luminare. Molti commenti (anche di donne) gli hanno dato ragione, contestando la dittatura del pensiero unico che impedirebbe all’uomo di esprimere in pubblico quelle critiche all’universo femminile che rappresentano il pezzo forte del suo repertorio nelle conversazioni private. Ormai se non dici che le donne sono delle psicolabili e gli omosessuali una lobby di rompiscatole vieni considerato pavido e banale, perché per i teorici del Politicamente Scorretto l’originalità consiste nell’inanellare luoghi comuni privi di senso comune.
Le donne piangono. Non tutte, in ogni caso. E comunque che male c’è nell’innaffiare l’intelligenza di emotività? I peggiori disastri del pianeta li hanno compiuti maschi cerebrali e invasati che anziché piangere godevano nel fare piangere gli altri. L’idea poi di un apartheid sessuale nei luoghi di lavoro per scongiurare il pericolo di innamoramenti non tiene conto dei benefici che le tensioni amorose apportano alla vita d’ufficio, in termini di entusiasmo e di presenzialismo. Il primo a smentirla è proprio colui che l’ha pronunciata. Tim Hunt ha sposato una scienziata conosciuta in laboratorio. Un matrimonio felice, almeno fino a ieri.
Il premio Nobel per la medicina Tim Hunt ha proposto di creare laboratori separati per uomini e donne. «Accadono tre cose quando stanno insieme» ha spiegato. «Noi ci innamoriamo di loro. Loro si innamorano di noi. E quando le criticate piangono». Parole che confermano come l’avere vinto un Nobel non ti esima automaticamente dal rischio di attingere a luoghi comuni da bar. Infatti la succursale moderna del bar, il web, è intervenuta a sostegno del luminare. Molti commenti (anche di donne) gli hanno dato ragione, contestando la dittatura del pensiero unico che impedirebbe all’uomo di esprimere in pubblico quelle critiche all’universo femminile che rappresentano il pezzo forte del suo repertorio nelle conversazioni private. Ormai se non dici che le donne sono delle psicolabili e gli omosessuali una lobby di rompiscatole vieni considerato pavido e banale, perché per i teorici del Politicamente Scorretto l’originalità consiste nell’inanellare luoghi comuni privi di senso comune.
Le donne piangono. Non tutte, in ogni caso. E comunque che male c’è nell’innaffiare l’intelligenza di emotività? I peggiori disastri del pianeta li hanno compiuti maschi cerebrali e invasati che anziché piangere godevano nel fare piangere gli altri. L’idea poi di un apartheid sessuale nei luoghi di lavoro per scongiurare il pericolo di innamoramenti non tiene conto dei benefici che le tensioni amorose apportano alla vita d’ufficio, in termini di entusiasmo e di presenzialismo. Il primo a smentirla è proprio colui che l’ha pronunciata. Tim Hunt ha sposato una scienziata conosciuta in laboratorio. Un matrimonio felice, almeno fino a ieri.
Il premio Nobel per la medicina Tim Hunt ha proposto di creare laboratori separati per uomini e donne. «Accadono tre cose quando stanno insieme» ha spiegato. «Noi ci innamoriamo di loro. Loro si innamorano di noi. E quando le criticate piangono». Parole che confermano come l’avere vinto un Nobel non ti esima automaticamente dal rischio di attingere a luoghi comuni da bar. Infatti la succursale moderna del bar, il web, è intervenuta a sostegno del luminare. Molti commenti (anche di donne) gli hanno dato ragione, contestando la dittatura del pensiero unico che impedirebbe all’uomo di esprimere in pubblico quelle critiche all’universo femminile che rappresentano il pezzo forte del suo repertorio nelle conversazioni private. Ormai se non dici che le donne sono delle psicolabili e gli omosessuali una lobby di rompiscatole vieni considerato pavido e banale, perché per i teorici del Politicamente Scorretto l’originalità consiste nell’inanellare luoghi comuni privi di senso comune.
Le donne piangono. Non tutte, in ogni caso. E comunque che male c’è nell’innaffiare l’intelligenza di emotività? I peggiori disastri del pianeta li hanno compiuti maschi cerebrali e invasati che anziché piangere godevano nel fare piangere gli altri. L’idea poi di un apartheid sessuale nei luoghi di lavoro per scongiurare il pericolo di innamoramenti non tiene conto dei benefici che le tensioni amorose apportano alla vita d’ufficio, in termini di entusiasmo e di presenzialismo. Il primo a smentirla è proprio colui che l’ha pronunciata. Tim Hunt ha sposato una scienziata conosciuta in laboratorio. Un matrimonio felice, almeno fino a ieri.