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 2015  giugno 11 Giovedì calendario

Lupi fanno stragi di pecore sulle Alpi e la Francia vuole abbatterli. Anche se in più di venticinque anni non hanno mai attaccato l’uomo i branchi fanno paura. I loro occhi che brillano al buio terrorizzano gli allevatori, anche in Italia

Un pastore sulle Alpi francesi è stato circondato da un branco e ha gridato al lupo. I sostenitori degli abbattimenti sono tornati alla carica e la polemica, come gli animali, ha attraversato la frontiera per arrivare anche in Italia. Il nostro paese, analogamente alla Francia, sta prendendo in considerazione l’uccisione controllata di alcuni esemplari. È fra le opzioni per gestire una popolazione arrivata a circa 1.500 esemplari.
Romain Ferrand, 16 anni, nella notte tra il 5 e il 6 giugno ha sentito abbaiare verso la stalla ed è uscito con un fucile in mano. A Seyne—Les—Alpes, in Provenza, gli attacchi dei lupi sono ormai abituali. Nell’allevamento dei Ferrand a fine maggio il branco locale aveva ucciso un vitello. «Ho visto degli occhi che brillavano tra gli alberi – ha raccontato il ragazzo al quotidiano La Provence – e sono stato preso dal terrore. Saranno stati a una ventina di metri». Romain ha contato nove adulti e quattro lupacchiotti. Ha sparato in aria e il branco si è allontanato. Ma gli esperti dubitano del suo racconto. I branchi sono composti da 4—5 esemplari e i cuccioli in questo periodo hanno un mese, sono ancora nelle tane. Ma tanto è bastato per far tornare la paura fra gli abitanti di queste montagne. Da quando è arrivato nelle Alpi, nel 1992, il lupo non ha mai attaccato l’uomo.
Ancor prima dell’episodio di Romain la Francia aveva deciso di aumentare la quota degli abbattimenti da 24 a 36 all’anno. In Italia i lupi sono “specie particolarmente protetta”. Ma la loro popolazione è almeno decuplicata rispetto ai 100—150 esemplari del 1975. E la specie oggi rischia di non essere più intoccabile. «Possiamo trovarli da Alberobello alla Val d’Aosta. Non si tratta più di una specie minacciata» spiega Luigi Boitani, zoologo della Sapienza, fra i principali esperti di lupi in Italia. «In ambito governativo si sta prendendo in considerazione l’ipotesi di alcuni abbattimenti limitati». La bozza del nuovo piano per il lupo in Italia verrà presentata dal ministero dell’Ambiente fra qualche mese. Il testo provvisorio prevede, oltre a una lunga serie di misure di prevenzione, “l’utilizzazione dello strumento della deroga per il prelievo di animali protetti dalla Direttiva Habitat”. La norma europea che vieta l’uccisione di alcune specie animali un tempo considerate a rischio ammette delle eccezioni, ma a condizioni molto stringenti. La popolazione di lupi deve essere in salute, la deroga verrebbe concessa caso per caso e gli allevatori dovranno dimostrare di aver fatto il possibile per proteggere greggi e mandrie. «Molti problemi si verificano sulle Alpi, dove i lupi sono rimasti assenti tra il 1921 e il 1992» prosegue Boitani. «In questi anni le precauzioni sono state abbandonate e il ritorno del lupo ha trovato gli allevatori impreparati e la popolazione spaventata». Francesca Marucco, coordinatrice del progetto Life WolfAlps, spiega che le Alpi occidentali sono le zone di maggior attrito fra lupi e allevatori. «Nella provincia di Cuneo vivono 9 branchi e nel 2014 si sono verificati 44 attacchi, con 81 animali uccisi».