Fior da fiore, 10 giugno 2015
Renzi che chiama «Obama, Obama»
Torna, cucù. Tutto è perdonato. E anche le corna. Perdonate. Quel chiamare ad alta voce, “Mister Obama, mister Obama!”. Perdonato. Sua Maestà la regina Elisabetta si arrabbiò non poco per quell’esuberanza ma tutto, proprio tutto, è perdonato. Anche la scena di Angela Merkel che aspetta mentre lui, Silvio Berlusconi – costringendo tutti i Grandi, al vertice, in attesa – conclude la telefonata con Recep Erdogan. Tutto è perdonato. Era davvero Ubu Roi, il Cavaliere. Non ce ne siamo resi conto, scemo io che gli sono andato contro, ma quei suoi venti anni hanno realizzato la parentesi patafisica dell’Italia più inaspettata mentre con Matteo Renzi – l’album fotografico di Matteo Renzi al Vertice G7 a Elmau lo testimonia – c’è il racconto di un borghese piccolo piccolo nell’apoteosi del “chi me lo doveva dire”. Fare cucù agli altri capi di governo è nulla rispetto alle pose di vacua presunzione di questo provinciale. Alza il ditino davanti a Obama con il tono di cantachiaro. Ma per sua fortuna non c’è il sonoro. E’ concentrato – e ogni scatto lo dimostra – più sulle photo opportunity da mostrare poi a casa che sulla sostanza di governo. Già se avesse detto “culona” – fosse pure a Christine Lagarde, quando sono seduti sulla panchina – avrebbe fatto migliore figura [Buttafuoco, Il Foglio].