Corriere della Sera, 11 giugno 2015
Severino, le 25 proposte di Cantone e il caso De Luca. Tra le sospensioni graduali (che potrebbero agevolarlo), la questione dello scioglimento (che Alfano esclude) e le accuse alla Bindi (che per lei sono infondate)
Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, ha presentato al governo e al Parlamento 25 osservazioni sulla possibilità di modificare la legge Severino: una in particolare, la numero 7, se recepita in tempi rapidi dal legislatore, potrebbe far discutere molto sulla durata della sospensione dalla carica del governatore della Campania, Vincenzo De Luca (Pd), che prima o poi dovrà essere firmata dal presidente del Consiglio.
Nell’impostazione prospettata dall’Anac, che fa riferimento a decreti legislativi già approvati dai passati governi, non si esclude infatti anche per la sospensione la «gradualità delle conseguenze in rapporto alla gravità dei reati» contestati. E se De Luca deve rispondere di una condanna «solo» per abuso d’ufficio in primo grado, vuol dire che la sua sospensione dalle funzioni di governatore non dovrebbe essere calcolata nel massimo, cioè 18 mesi (più 12 mesi in caso di condanna anche in appello).
Un altro punto delle osservazioni dell’Anac riguarda la «possibile disparità di trattamento tra il regime previsto per i parlamentari nazionali e quello dettato per gli amministratori regionali e locali, con tanto di parentesi dedicata al ricorso della Corte d’Appello di Bari che ha portato la legge Severino all’esame della Corte costituzionale. Il documento dell’Anac, che si chiama «Atto di segnalazione», ha scatenato i tifosi e gli avversari di De Luca: «Assist al governatore», come lo chiamano a Napoli, o «atto che gli impedisce di assumere l’incarico», come sostiene l’avvocato Gianluigi Pellegrino che ha innescato il ricorso poi vinto davanti alle sezioni unite della Cassazione sulla competenza del giudice ordinario? Sostiene Pellegrino: se l’Anac scrive «la legge vuole impedire l’accesso o la permanenza in cariche politiche» va da sé che «De Luca non può assumere la carica di governatore» e dunque nominare un vice che governerà al suo posto durante la sua sospensione. Forse, però, l’«accesso impedito» citato da Cantone si potrebbe riferire ai casi di incadidabilità e non alla sospensione del condannato.
Cantone si tira fuori da ogni commento. «Noi non pendiamo né da una parte né dall’altra, non entriamo in nessun caso specifico, sottolineiamo soltanto che esiste una possibile disparità di trattamento tra il regime previsto per i parlamentari nazionali e quello dettato per gli amministratori regionali e locali», è l’unico commento che si strappa all’Anac. Sulla tempistica dell’«atto di segnalazione», poi, Cantone stesso ha fatto sapere che il calendario lo ha stabilito la riforma della Pubblica amministrazione (legge Madia) approvata dal Senato e ora alla prova degli emendamenti in I commissione alla Camera.
Del caso De Luca ha parlato anche il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, rispondendo alla Camera a Forza Italia e a Sel. Il responsabile del Viminale ha escluso che per la Campania possa essere avviata la procedura per lo scioglimento del consiglio e ha ribadito che il lungo iter che porterà alla sospensione di De Luca potrà essere avviato soltanto dopo la proclamazione degli eletti. Il rebus che attanaglia i prefetti, cioè qual è la data dalla quale dovrà decorrere la sospensione di De Luca, Alfano non lo ha ancora risolto ma di certo, nel suo intervento, ha fatto riferimento alla esigenza di far funzionare al più presto l’organo regionale. È tutto da vedere dunque se De Luca farà in tempo a nominare un vice.
Il caso De Luca è tornato a tenere banco anche in commissione Antimafia dove, per la prima volta, si è verbalizzato in seduta plenaria il percorso che ha portato l’ufficio di presidenza a varare la lista dei 15 candidati «impresentabili» a poche ore dall’apertura delle urne. La presidente Rosy Bindi ha ricostruito i passaggi della vicenda, affermando che il caso De Luca (inserito tra gli impresentabili per un vecchio processo ancora in corso) è stato «affrontato con estrema attenzione». Bindi, poi, si è tolta un sassolino dalla scarpa respingendo al mittente ciò che ha argomentato De Luca alla direzione del Pd: «Sono infondate e inaccettabili le accuse di aver dato vita a una iniziativa sul piano umano volgare e diffamatoria, sul piano politico infame e sul piano costituzionale eversiva».