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 2015  giugno 10 Mercoledì calendario

L’inferno di Mosul raccontato in uno straordinario video-reportege della Bbc, tra velo, frustate e lapidazioni

Donne obbligate a coprirsi le mani con i guanti, uomini mutilati solo per aver fumato una sigaretta, esecuzioni in strada di oppositori e adulteri, case cristiane marcate come se fossero contagiate dalla peste e la requisizione di un quarto di ogni salario per sostenere il Califfato: è la vita quotidiana di terrore e violenza dentro Mosul come viene descritta da immagini e testimonianze raccolte dalla Bbc ad un anno dalla cattura della città da parte dei jihadisti dello Stato Islamico (Isis).
Guanti obbligatori
Il reporter Ghadi Sary riesce a far entrare gli spettatori dentro le viscere del Califfato in una Mosul che si prepara alla difesa dalla preannunciata offensiva dell’esercito iracheno di Haider al Abadi. Seguendo i fotogrammi si ascolta una donna di nome Hanaa ricostruire come, dopo essere stata chiusa in casa dal giorno dell’arrivo dei jihadisti, osò uscire assieme al marito coperta dal chador decidendo, come unico atto di libertà, di scoprirsi il viso una volta seduta al ristorante. «Ma il proprietario venne di corsa a chiedermi di ricoprirmi subito, perché mio marito rischiava di essere frustato in pubblico», racconta, affermando che in altri casi delle donne coperte integralmente dal «niqab» sono state riprese al mercato per avere le mani scoperte: «Isis ci impone di mettere anche i guanti». Neanche un centimetro di pelle femminile deve rimanere scoperto.
La fuga dei cristiani
I quartieri cristiani di Mosul appaiono deserti nelle immagini della Bbc, con le singole case marchiate da grandi lettere arabe «N», in nero, per indicare l’appartenenza a «nazareni», quasi fosse un contagio da cui stare lontani. Alcuni testimoni cristiani narrano di fughe nella notte e proprietà confiscate per ordine del Califfo, perché «se i cristiani fuggono, ciò che lasciano diventa subito di loro proprietà».
La legge del Califfato è feroce con chi viene trovato a violare la sharia: chi ruba o fuma ha la mano amputata, gli uomini adulteri vengono gettati dai tetti e le donne adultere lapidate a morte, sempre con esecuzioni pubbliche per intimorire il resto della popolazione, obbligata a versare al Califfo almeno il 25 per cento delle entrate per finanziare la «difesa» dall’imminente offensiva governativa. Con questi fondi i jihadisti hanno costruito un reticolo di bunker, tunnel, postazioni blindate per cecchini e trappole esplosive grazie alle quali contano di difendere a oltranza la più popolosa città del Califfato.