Il Messaggero, 9 giugno 2015
Il testamento d’amore di Franco Califano. Il 30 giugno uscirà “Le mie donne”, un singolo inedito del grande cantautore scomparso due anni fa. Si tratta di un provino realizzato in studio e non modificato, nato da una canzone del 2004 ripescata nel 2013 dal Califfo e dedicata alle sue innamorate
“Non escludo il ritorno” si legge sulla lapide di Franco Califano. E mai frase poteva essere più profetica. Già, perché il 30 giugno, a poco più di due anni dalla morte per arresto cardiaco, uno dei cantautori più maudit della musica italiana, torna nei negozi con il singolo inedito Le mie donne, in formato digitale e in cd (Hydra Music, www.hydramusic.it), e con un video clip emozionale. Bel piglio dal sapore retrò, influenze mediterranee e atmosfere che richiamano la musica popolare tra cori femminili e chitarre: Le mie donne è un provino realizzato in studio e pubblicato senza apportare alcuna modifica. «La scelta nasce dalla volontà di rendere tangibili le sensazioni provate dagli artisti» spiega il produttore discografico, Amedeo Pesce, coautore del brano. «La canzone risale al 2004. Scritta con Frank Head (al secolo Francesco Testa), premio della critica Sanremo 2008, venne proposta e accettata da Franco Califano. Vi dirò di più: ne fu tanto entusiasta da volerla presentare al Festival di Sanremo 2005. Prima, però, desiderava apportare alcune piccole variazioni al testo originale che non riuscì a realizzare. Così il progetto si arenò» racconta Pesce. Oggi la sua pubblicazione non è stata una passeggiata: «La storia è lunga. In seguito Califano, dopo aver modificato qualche frase, chiese al compositore Mario Lavezzi di scriverne la musica. Risultato? Furono depositati entrambi i brani. Un dettaglio scoperto solo nel 2013, al momento di avviare le pratiche per pubblicare Le mie donne. Per farla breve, solo dopo due anni abbiamo trovato un accordo tra tutte le parti. Il “parto” è stato faticoso, ma ne è valsa la pena: il brano rispecchia esattamente quello che era il progetto originale».
Le mie donne rappresenta un vero e proprio testamento affettivo del cantautore. «Il brano è un ritratto sincero e senza filtri dell’uomo a tutto tondo: donnaiolo e sopra le righe nonché artista semplice, modesto e alla mano», sottolinea Pesce. Che cosa rappresentavano le donne per Califano? «Le donne, per lui, sono “navi forti in ogni mare”. Tutte le donna sono uguali e diverse e, in questo senso, sono imperdibili scoperte», risponde il discografico. «L’immagine di donnaiolo incallito, sempre con la battuta pronta, forse ha un po’ oscurato negli anni quella dell’artista. Franco, oltre che uno degli interpreti più intensi della musica italiana con oltre 20 milioni di dischi venduti, era un poeta. Ha firmato alcune della pagine più belle della nostra canzone come E la chiamano estate cantata da Bruno Martino, La nevicata del ‘56 di Mia Martini e La musica è finita di Ornella Vanoni. Dopo la sua scomparsa, però, si guarda con più obiettività al suo lascito musicale e tutt’ora per tanti giovani artisti è un faro. Questo singolo è imperdibile perché rappresenta una summa del suo pensiero sulle donne e poi permette di ascoltare un Califfo alle prese con sonorità diverse dal solito». Insieme al singolo interpretato da Califano sarà pubblicata anche la versione originale del brano che ispirò il maestro, interpretata da Onof (nome d’arte di Amedeo Pesce). Una nota di colore: Califano ha dichiarato di aver avuto oltre 1500 donne. Tra queste, Patrizia De Blanck, Eva Grimaldi e Marina Occhiena. Ma non ci sono state solo donne nella vita del poeta: quando, nel 1967, dopo un ricovero per meningite durato un anno, si ritrovò solo fu costretto a prostituirsi per pagarsi da vivere. Una parentesi difficile che lo stesso autore non ha mai nascosto. E che ha contribuito a creare la leggenda del poeta maledetto, sensibile e profondo ma dai modi da borgata.