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 2015  giugno 09 Martedì calendario

G7, le sanzioni per Mosca resteranno e «la loro durata dipenderà dalla completa attuazione degli accordi di pace di Minsk e dal rispetto della sovranità ucraina da parte del Cremlino». Usa, Giappone, Germania, Regno Unito, Italia, Francia e Canada a Garmisch-Partenkirchen hanno deciso di dare un chiaro segnale a Putin

Linea della fermezza con Putin, le sanzioni resteranno in vigore fino alla pace in Ucraina e potranno essere inasprite. E contemporaneamente, impegni nuovi, ben più sostanziosi di prima, per la difesa del clima e dell’ambiente: ridurre le emissioni tra il 40 e il 70 per cento di qui al 2050. Contenere il surriscaldamento terreste di due gradi, in vista del vertice di Parigi. Decarbonizzazione entro la fine del secolo. Infine, risposta dura e aiuti allo sviluppo per fermare l’Is e ogni terrorismo. Ecco le decisioni principali con cui si è concluso ieri pomeriggio qui nel castello di Elmau, a un passo da Garmisch-Partenkirchen, il vertice G7 dei leader delle principali potenze economiche del mondo libero, cioè Usa, Giappone, Germania, Regno Unito, Italia, Francia, Canada.
«Summit difficile, ma positivo», ha detto la cancelliera in persona illustrandone i risultati. Primo, per il segnale chiaro a Putin: l’annessione della Crimea, le ingerenze in Ucraina orientale con l’appoggio ai separatisti e le minacce alla sovranità di Kiev sono «ritenute all’unanimità inaccettabili per il G7 che è comunità di valori costitutivi quali democrazia, diritti umani, rispetto del diritto internazionale». Le sanzioni contro Mosca dunque resteranno in vigore, e potranno anche essere inasprite, «la loro durata dipenderà dalla completa attuazione degli accordi di pace di Minsk e dal rispetto della sovranità ucraina da parte del Cremlino». «La Russia – ha poi detto il presidente Usa Obama – continua a violare l’integrità territoriale dell’Ucraina». E per questo «l’America si dice pronta a nuove sanzioni insieme al G7». La replica di Mosca non si fa attendere: «Ci riserviamo il diritto di reagire a tutte le iniziative non amichevoli compiute contro di noi dagli Stati Unti», attacca il ministero degli Esteri russo.
Al tempo stesso, Merkel (e tutti i 7, nel loro comunicato finale) hanno insistito nell’indicare al presidente russo un’onorevole via d’uscita: quando Mosca rispetterà gli impegni di pace presi, le sanzioni possono essere subito revocate, «e noi siamo ben consci di potere e voler re- staurare la collaborazione con la Russia, come abbiamo fatto in molte crisi internazionali, dalla Siria al negoziato sul nucleare iraniano». La palla insomma è nel campo di Putin.
Secondo ma non meno importante, il G7 ha assunto posizioni ben più concrete di prima sul clima e l’ambiente. È la prima volta che i Grandi fanno proprio l’obiettivo del limite dell’aumento della temperatura sulla Terra «al di sotto di due gradi». Il negoziato sul clima non è stato facile, ha sottolineato la cancelliera alludendo alle resistenze soprattutto giapponesi. Ma il summit ora appoggia l’obiettivo di ridurre le emissioni in 35 anni, appunto tra il 40 e il 70 per cento rispetto ai livelli 2010. La strategia è l’inizio dell’addio ai combustibili fossili, petrolio e carbone, e una priorità crescente alle energie rinnovabili e pulite. Aiutando i paesi in via di sviluppo, appunto con aiuti delle potenze “storiche” per 100 miliardi di dollari annui dal 2020. «Un taglio considerevole delle emissioni è necessario per garantire uno sviluppo ecologico e sostenibile nel futuro, la de-carbonizzazione dell’economia», ha affermato Merkel.