la Repubblica, 8 giugno 2015
«Godere per la sconfitta della Juventus è come essere impotenti ed esultare se qualcuno fa godere la tua donna». Così il tweet che è costato a Stefano Esposito non poche accuse di sessismo. Ma il senatore del Pd si difende: «Semmai dovrebbero essere incazzati gli uomini che ho definito impotenti. Quando uno supera il limite, si scusa. Ma in questo caso no. Non sono abituato a scusarmi su richiesta strumentale di qualcuno»
Godere per la sconfitta della Juventus è come essere impotenti ed esultare se qualcuno fa godere la tua donna.
Senatore Stefano Esposito (Pd), su Twitter scrive proprio così, a poche ore dalla finale persa dai bianconeri: sono piovute accuse di sessismo e maschilismo. Pentito?
«Proprio no. Non mi sono rovinato la giornata per quelle accuse. Anzi mi sono divertito molto».
Ma le accuse di sessismo non sono affatto divertenti. La scrittrice Silvia Ballestra si rivolge a Renzi: “E questa è la nuova classe dirigente con cui vuoi modernizzare il Paese?”.
«Intanto in rete c’è chi ha scritto “ma dov’è il sessismo?”, e ha raccolto cinquecento “mi piace”. E comunque questa battuta girava da ieri in Rete. Come sfottò. Io l’ho ripresa. In quelle parole non c’è sessismo, né maschilismo».
Ma lei è un senatore. Moderarsi è un obbligo.
«Ma lasci perdere, un po’ di leggerezza… Mica ho detto che sono tutte… Il sessismo è un’altra cosa, in questo caso dov’è? Lo scriva: io non sono maschilista, né sessista, né misogino».
Le parole di chi sta nelle istituzioni hanno un peso diverso.
«No, guardi: questa è la miglior dimostrazione che quando qualche figuro con un po’ di notorietà – vera o presunta – si intesta una battaglia, questa diventa il tema del giorno».
Resta una frase molto infelice. Sessista, per molti.
«Senta, semmai dovrebbero essere incazzati gli uomini che ho definito impotenti. Diciamo che secondo alcuni questa è la sindrome da femminismo anni Settanta. Quando uno supera il limite, si scusa. Ma in questo caso no. Non sono abituato a scusarmi su richiesta strumentale di qualcuno».
In molti hanno chiesto l’intervento di Renzi, ha visto?
«Renzi e Orfini, come tutti, pensano ciò che vogliono. Ma io non sono dipendente di Renzi o Orfini. Le dico un’altra cosa: l’accusa non è nuova. Una no tav prese una botta e disse di essere stata molestata. Io dissi che aveva attaccato i poliziotti. E giù a darmi del “sessista” e “maschilista”. Tre mesi fa la sua denuncia contro di me è stata archiviata».