Il Messaggero, 8 giugno 2015
Addio password, ecco i chip. Mantenere al sicuro i dati senza il rischio di doversi ricordare fiumi di parole e numeri all’infinito: è la nuova sfida dell’hi-tech che manda in pensione i vecchi sistemi di sicurezza e investe in nuove direzioni. La nostra identità sarà protetta da riconoscimenti dell’iride, vocali e facciali, ma anche dalla forza del pensiero
Liberare la mente e mantenere al sicuro i nostri dati personali sarà realtà perché le password hanno i giorni contati. Per le aziende hi tech, fornitori di servizi e produttori non è una possibilità bensì una convinzione, dettata dalla necessità di alleggerire la memoria degli utenti e agevolata dai progressi tecnici. Onde cerebrali, riconoscimento facciale, orecchio e lenti a contatto sono solo alcune tra i molti sistemi e strumenti testati per arrivare a dimenticarci le combinazioni alfanumeriche che riempiono mente e quotidianità. Certo è che anche al momento non mancano soluzioni che agevolino il compito, a partire dai vari software (come LastPass, 1Password e SafeWallet) capaci di archiviare tutte le parole chiave costringendo a ricordare e proteggere l’unica che dà accesso a ogni account.
LA BIOMETRIA
La via più sicura e al contempo efficace è però puntare sui dati biometrici, un tratto distintivo di ogni individuo complesso da replicare a buon mercato. Apple è stata la prima a rimediare consensi con la scansione dell’impronta digitale sul TouchID dell’iPhone, ma grandi e piccole società stanno investendo fior di quattrini per scovare una soluzione valida e sicura, una priorità in un’epoca dove il furto di informazioni sensibili è una pratica in costante crescita. L’ultima frontiera in tema prevede il ricorso al pensiero e al tracciato elettroencefalografico per lo sblocco dei dispositivi elettronici. Se siete dubbiosi per il termine tecnico, sappiate che in realtà si tratta di sfruttare le onde cerebrali per riconoscere l’identità di una persona. Lo studio Brainprint realizzato dall’Università newyorchese di Binghamton ha rilevato, infatti, un livello di identificazione superiore al 94 per cento monitorando il tracciato cerebrale derivato da uno specifico impulso: le 45 persone coinvolte nella prova hanno evidenziato reazioni uguali a un determinato stimolo (sigle e acronimi) pur reagendo ognuna in maniera differente. Per cambiare le carte in tavola Yahoo! punta invece sull’orecchio. Nei Labs dell’azienda californiana è stata sviluppata Bodyprint, una tecnologia che sostituisce i costosi sensori per il riconoscimento con gli schermi capacitativi di smartphone e tablet che, seppur meno precisi, sfruttano come chiavi di accesso parti più grandi come mani, falangi e soprattutto l’orecchio.
OCCHIO DI FALCO
Il riconoscimento tramite gli occhi non è una novità assoluta ma il ramo è parecchio frizzante grazie soprattutto ai produttori di smartphone. L’esempio più calzante è l’Arrows NX F-04G, primo telefono che sfrutta l’iride per lo sblocco; confezionato dalla partnership tutta nipponica tra Fujitsu e l’operatore telefonico NTT Docomo, consente di muoversi nel menu e fare acquisti con il solo uso dello sguardo. Sulla stessa linea si muove il Grand S3 di ZTE, azienda cinese che punta sull’occhio per gestire l’interazione uomo-macchina, mentre la connazionale Alibaba ci scommette per lanciare un innovativo servizio di pagamento, che grazie a una determinata tipologia di selfie permetterà di effettuare pagamenti via smartphone. La scansione dell’iride è l’elemento prioritario anche per Google, che ha brevettato un progetto per la realizzazione di lenti a contatto in grado di aprire le porte a file e applicazioni ma anche agli sportelli dell’auto e all’ingresso di casa: il lasciapassare arriverà con il confronto tra l’immagine dell’iride creata dai sensori e quella salvata nel dispositivo in questione, a patto che coincidano ovviamente.
LE ALTRE SOLUZIONI
In attesa che la tecnologia faccia il suo corso, chi non vuole correre rischi può già contare su diverse alternative tra programmi e chiavette USB o NFC. Nel primo caso rientra TrueKey, applicazione sviluppata da Intel che, senza dover tenere a memoria le password delle app presenti su smartphone e pc, tramite i tratti del volto o le impronte digitali consente di accedere a conti bancari, applicazioni e social network proteggendo la navigazione con un sistema di crittografia di natura militare. Con una semplice pendrive di Yubico (prezzi da 25 a 50 dollari) si può invece spaziare in ogni account senza correre rischi, ma stando attenti a non perdere la preziosa chiavetta.