La Stampa, 8 giugno 2015
Un alleato a sorpresa per Ignazio Marino: Papa Francesco. Tra telefonate e incontri, quel legame a sorpresa fra il sindaco e il Pontefice. Diversi eppure affini, sono uniti da un solido rapporto fatto di stima, confidenze e profonde identità di vedute
Ora a sinistra tutti «scoprono» Ignazio Marino. Dalla minoranza Pd fino a Renzi si sprecano i peana nei confronti del sindaco, diventato dalla sera alla mattina il «super-eroe» dell’anti-mafia capitolina.
Ma nei due anni nei quali Marino ha contrastato in solitudine le opacità del Pd romano e le resistenze dei poteri forti cittadini, chi non ha mancato di sostenerlo – con discrezione ma incessantemente – è stato nientedimeno che Papa Francesco. Al di là delle beghe romane, tra i due si è venuto sviluppando un rapporto personale fuori dai canoni tradizionali, fatto di contatti privati, frequenti e diretti, non ostentati. Il rapporto tra due «alieni»: tra un Papa che, nell’anelito a rendere contemporaneo il suo messaggio, sembra essere interessato alla esperienza di un cattolico che si muove in modo laico come il sindaco di Roma. Con tratti «impolitici» che non sembrano dispiacere a Francesco. E Marino, da cattolico e da medico, ovviamente è intrigato da ogni novità nell’approccio del Papa nel campo dei diritti e nel rapporto tra fede e scienza.
Rapporto stretto
Un rapporto, quello tra il vescovo e il sindaco di Roma, del quale non sono mancate manifestazioni pubbliche: nel racconto mediatico mai «connesse» tra loro, ma che accostate, sono eloquenti. I due si sono conosciuti alcuni giorni dopo l’elezione di Marino a sindaco di Roma: il 4 luglio del 2013 il Papa lo invita, assieme alla famiglia e in quella occasione l’incipit di Marino spiega molte cose successive: «Il primo che mi ha parlato di lei era stato il cardinal Martini...». L’anno prima, per Einaudi, era uscito postumo un colloquio sui massimi sistemi tra Marino e Carlo Maria Martini, per un quarto di secolo il principale fautore dell’apertura della Chiesa alle sfide della modernità, oltreché gesuita come Bergoglio. Al termine di quel primo incontro, il Papa si congeda con una battuta scherzosa: «In occasione della beatificazione di Roncalli e Wojtyla la farò...ballare!». Un comune terreno culturale, che si scioglie in un rapporto più diretto, Bergoglio concede al nuovo amico di passare dal lei al tu e anche pubblicamente il rapporto diventa visibile a tutti. Il 27 aprile 2014 il Papa sta attraversando una piazza San Pietro gremitissima per la beatificazione dei due Papi e, riconosciuto Marino tra la folla, Bergoglio fa fermare la papamobile, invita il sindaco a salire e lo abbraccia davanti a migliaia di persone. Marino, in piedi, scherza: «Santità, spero di ballare poco!» e nelle ore successive la macchina capitolina reggerà. E nell’omelia per la santificazione, Francesco ringrazierà Marino per «l’amicizia e per l’aiuto», una citazione irrituale, perché pronunciata dal pulpito.
Saluto pubblico
E ancora, il caloroso saluto pubblico l’8 dicembre scorso alla festa dell’Immacolata, subito dopo la prima ondata di Mafia Capitale. Poi c’è un rapporto personale e di questo non trapela nulla, non dal Vaticano, non dal sindaco, solitamente uomo loquace e dal solido ego, ma che in questo caso oppone «discrezione su rapporti così personali». Si sa di udienze private, di passaggi del sindaco a Santa Marta, di telefonate sui temi più disparati. E di qualche scambio scherzoso. Lo scorso agosto, Marino si fece crescere la barba e il Papa, appena lo rivide, gli disse: «Ti sei fatto francescano!». Guardato con diffidenza dai politici e con sufficienza dai mass media per la sua naïveté così diversa dai consueti cliché, Marino ha ricevuto il segnale più importante dal Papa nell’ottobre del 2014, quando in Campidoglio si è svolta la cerimonia senza precedenti, con la registrazione collettiva di alcune unioni tra gay. Cerimonia festosa, con la partecipazione di parenti delle coppie, ma politicamente molto controversa. Dal Vaticano, nessuna «scomunica». E ora, in vista del Giubileo, il rapporto è destinato a consolidarsi. Mafia Capitale, permettendo.