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 2015  giugno 06 Sabato calendario

Dalla Corte europea il primo sì all’eutanasia • Sette milioni di donne in Italia subiscono violenze • Altri 21 indagati per Mafia Capitale • Berlusconi vende il 48% del Milan al thailandese Bee Taechaubol • È morto Tareq Aziz


Lambert Ieri la Corte europea per i diritti umani (Cedu) ha confermato la sentenza di un tribunale francese che autorizza i medici a staccare l’alimentazione a Vincent Lambert, 29 anni, paziente tetraplegico in stato vegetativo dopo un incidente stradale nel 2008. È la prima volta che i giudici europei si occupano del fine vita riguardo un caso così complesso. Con 12 voti a favore e 5 contro, il tribunale europeo non ha riscontrato alcuna violazione dei diritti umani e ha accolto il parere del Consiglio di Stato francese, massima autorità amministrativa, che l’anno scorso si era pronunciato a favore di uno stop alle cure, nonostante l’opposizione di alcuni parenti che potrebbero tentare ancora altri procedimenti. Vittima di un grave incidente stradale, Vincent Lambert soffre di lesioni cerebrali irreversibili e viene alimentato e idratato artificialmente. La moglie Rachel, insieme ad alcuni medici e a 6 degli 8 fratelli e sorelle del marito, si dice certa che Vincent non avrebbe voluto finire così e vuole «lasciarlo andare». Da due anni è in lotta con i genitori di Vincent, cattolici tradizionalisti, che si oppongono alla sospensione delle cure. Sono loro che si sono rivolti alla Cedu, ma senza ottenere ragione. I genitori, ora, promettono di andare avanti e cercano una nuova valutazione medica.

Violenza L’Istat dice che negli ultimi 5 anni in Italia la percentuale di donne vittime di violenza si è abbassata di due punti, passando dal 13,3 all’11,3%. Sono aumentate, però, le violenze gravi, dove si riscontrano più ferite nel corpo: dal 26,3 al 40,2%. Sono quasi 7 milioni le donne che subiscono violenze. Una su 10 subisce queste violenze prima dei 16 anni. Le forme più gravi di violenze avvengono da parte del partner. Gli stupri, per esempio: nel 62,7% dei casi avvengono per colpa del partner. E quando non è il partner sono gli amici che stuprano (9,4%) o anche i parenti (3,6%). Oltre il 16% delle donne italiane è o è stata vittima di stalking. Il 78% di loro ha preferito non denunciare. L’Istat è andato a verificare anche quali effetti abbiano avuto le denunce e le querele: nel 60% dei casi sono servite per interrompere gli effetti persecutori.

Mafia Capitale Nel caso di Mafia Capitale, ci sono altri 21 indagati. Si tratta di politici ed ex dirigenti del Comune e della Regione, a imprenditori e a tanti uomini delle cooperative, di sinistra o cattoliche. Tra gli inquisiti c’è l’ex capo di gabinetto del Governatore Zingaretti, Maurizio Venafro: i pm lo accusano di essere avere favorito, con la nomina della commissione di assegnazione di una gara, Carminati e Buzzi. Nei guai anche l’ex assessore capitolino all’Ambiente, Marco Visconti, accusato di finanziamento illecito per essersi fatto consegnare da Buzzi 200mila euro in contanti. Nel mirino degli inquirenti anche l’ex capo della Protezione civile comunale, oggi coordinatore del dipartimento Politiche della Famiglia di Palazzo Chigi, Patrizia Cologgi, accusata di aver aiutato Carminati e Buzzi a pilotare un appalto. Poi, ancora, Antonio Pulcini, costruttore e padre di Daniele, agli arresti domiciliari da ieri; Calogero Salvatore Nucera, ex capo segreteria di Francesco D’Ausilio quando era capogruppo del Pd in consiglio comunale a Roma; Clelia Logorelli, responsabile parchi e giardini di Eur Spa; Mirella Di Giovine, ex direttore del Dipartimento Patrimonio del Campidoglio; e Maurizio Marotta, presidente della cooperativa Capodarco. [Sull’argomento leggi anche il fatto del giorno]

Milan Il thailandese Bee Taechaubol ha acquistato il 48% del Milan. Tecnicamente non è proprio fatta: dopo aver rifiutato, il 2 maggio, una prima proposta, Berlusconi ieri ha approvato (a firmare materialmente è stato l’a.d. di Fininvest, Pasquale Cannatelli) un accordo con il magnate per una trattativa in esclusiva che durerà otto settimane. In questo periodo si lavorerà a discutere i dettagli e a definire il passaggio dei soldi, ma i punti cardine sono già stati definiti negli incontri di giovedì notte e ieri pomeriggio. A questo punto le possibilità che salti tutto non vengono considerate superiori al 10%. Mr Bee mette 470 milioni, però l’ex Cavaliere si è impegnato a versare di tasca sua i fondi per il prossimo mercato, sembra quasi 150 milioni. Non si può escludere che, con il tempo, la partecipazione di Taechaubol cresca fino ad arrivare alla maggioranza, ma nell’accordo quest’ipotesi non c’è. C’è invece un programma di Ipo (offerta pubblica iniziale) su una Borsa asiatica, probabilmente Hong Kong, che Mr Bee ha ottenuto di gestire in totale autonomia. Perché Mr Bee dovrebbe investire molti soldi senza comandare? Ammesso che un giorno non succeda, perché è convinto di guadagnare: dopo lo sbarco in Borsa pensa che il valore del Milan, ora valutato circa un miliardo, possa salire almeno a due. E poi pensa di poter valorizzare il brand in Asia.

Taechaubol Scrive Pasini sul Cds: «Nato a Bangkok nel 1973, Bee Taechaubol si dice orgoglioso di essere thailandese ma ricorda che i nonni erano cinesi e che la sua famiglia è intima con la figlia di Deng Xiaoping. Quando dicono che è un broker senza soldi perché il suo patrimonio personale è solo di un miliardo di euro; quando ricordano che alla Borsa thailandese ha avuto qualche problema con la Consob locale; quando lo definiscono addirittura un “furbetto del quartierino”, come ha fatto Alberto Forchielli, presidente dell’Osservatorio Asia, mister Bee alza le spalle con eleganza, educazione e una formalità tagliente: “Non sono solo un mediatore. Mi propongo come investitore unico con l’appoggio di banche importanti come la statale cinese Citic Securities. E comunque la ricchezza della mia famiglia non è in discussione: mia madre era la donna più ricca d’Australia”. Anche l’Australia è importante per mister Bee. Suo padre Sadawut ci arriva nel 1974. «Vivevamo nella casa più grande sulla baia di Sydney, la voleva pure Elton John», ricorda Bee. Papà ha studiato in California e Inghilterra, lavora nel campo immobiliare, è consulente del governo thailandese. Il figlio impara, studia, lavora (“Ho fatto anche il cameriere”), fonda un sito Internet per trovare casa agli studenti, si laurea in ingegneria civile, guadagna, intesse relazioni, si sposa con Susie Sirivallop, ha due figli. E il calcio sempre in testa. Finanzia la “Global legend series”, vecchie glorie come Shevchenko, Figo, Seedorf in tour per l’Asia. (…) E il Milan? “Lo tifo da sempre. Ed è un marchio dell’eccellenza italiana”».

Aziz È morto nel carcere di Nassiriya, dove era rinchiuso da 12 anni, Tareq Aziz. Soffriva di disturbi cardiocircolatori, di diabete, di insufficienza renale. Più volte, in suo soccorso, vi erano state pressioni, sia dell’Unione Europea che del Vaticano. Il presidente iracheno, il curdo Jalal Talabani, si era rifiutato di firmare l’ordine di eseguire la sentenza di morte. Ma Aziz, cristiano caldeo, nel 2013 aveva inviato una supplica al Papa per chiedere di potersi affidare al boia e morire. Aveva accettato il rifiuto della Santa Sede. Tareq Aziz, nato Michael Yuhanna, era arrivato a Bagdad dalla provincia per fare il giornalista. Così ebbe modo di farsi conoscere tra i quadri del partito Baath. Eccellente uomo-immagine, era stato scelto per mostrare il volto migliore di un regime impresentabile. Non amava frequentare Saddam Hussein in privato. Quando gli americani attaccarono l’Iraq, nel 2003, e Aziz fu arrestato, i cristiani giordani, palestinesi e libanesi firmarono un appello per sostenerlo ed evitare che la sentenza di morte fosse eseguita, sperando che potesse essere graziato e scarcerato.

(a cura di Daria Egidi)