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 2015  giugno 05 Venerdì calendario

Carlo Taormina e il suo vitalizio da 2.045 euro: «Ci mantengo i cani e gente che non ha possibilità economiche. Se restassero in mano allo Stato se li fregherebbe qualcuno, meglio che li tenga io. Sono un amante dei cani randagi, faccio raccolta e custodia»

«Ci mantengo i cani». Che il generoso assegno da ex parlamentare non gli crei alcun imbarazzo Carlo Taormina lo aveva già chiarito sulle pagine di Libero. Si tratta, ha spiegato in un’intervista al nostro giornale qualche settimana fa, «del trattamento pensionistico per l’attività svolta».
Inutile tentare di spiegargli che nessuna pensione normale gli avrebbe permesso di portare a casa centinaia di migliaia di euro in più rispetto ai contributi versati. Secondo i calcoli effettuati da Libero con il suo vitalizio mensile da 2.045 euro (a noi ha detto di prenderne 1.600) maturato al termine dei cinque anni della XIV legislatura (2001-2006), l’onorevole Taormina ha già incassato circa 220mila euro a fronte di un montante contributivo di circa 60mila euro, con una plusvalenza di oltre 160mila euro. Ma l’ex esponente di Forza Italia ci ha spiegato che facendo il parlamentare «molto seriamente» ha dovuto «rinunciare a due attività (quella di professore e di avvocato, ndr) e, di conseguenza, ad altrettante contribuzioni». Conclusione: «Il vitalizio rappresenta il trattamento pensionistico per l’attività svolta e anche per quelle che non ho potuto svolgere».
Discorso chiuso? Macché. Dopo aver difeso il suo vitalizio con noi Taormina ha voluto ribadire il concetto anche ai conduttori della Zanzara, su Radio24, non perdendo l’occasione per aggiungere qualche dettaglio colorito sull’utilizzo delle somme ricevute dai contribuenti attraverso l’assegno da ex parlamentare. «Coi soldi del vitalizio ci mantengo i cani e gente che non ha possibilità economiche», ha esordito, «se restassero in mano allo Stato se li fregherebbe qualcuno, meglio che li tenga io». I cani? «Sì, e allora?», ha risposto senza fare una piega il professore, «sono un amante dei cani randagi, faccio raccolta e custodia. Il vitalizio lo spendo così». Ma allora, lo hanno incalzato i conduttori, «dia qualcosa anche alle associazioni gay». No, ha replicato secco Taormina, «ai gay no, meglio i cani». Quanto all’importo – gli è stato fatto notare che oltre 2mila euro con 5 anni di lavoro forse si possono definire un privilegio – l’ex parlamentare non si è scomposto: «Certo, e allora? È tutto perfettamente regolare, e poi non è mica una pensione. Lo percepisco regolarmente in base a una legge dello Stato. Non è una truffa». Anzi, ha di nuovo spiegato Taormina, «il vitalizio compensa alcune difficoltà in cui ci si trova quando uno fa il deputato. Io non potevo più fare l’avvocato». Ma 220mila euro già intascati non sono troppi come risarcimento? Domanda provocatoria, risposta scontata: «Voglio incassare molto di più, perché spero di vivere ancora a lungo». Per chi non avesse ancora capito la sua posizione, Taormina ha concluso così: «Ho lavorato come un cane dalla mattina alla sera e non ho rubato niente a nessuno». Punto. Fino alla prossima intervista.