Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  giugno 05 Venerdì calendario

Roberto e Piero, i fratelli De Luca. C’è chi ipotizza la scalata a primo cittadino di Salerno per il primo e il ruolo di deputato per l’altro perché lo scudo parlamentare può fargli comodo. Così il neogovernatore designa non uno, ma due figli come eredi politici

Nella bacheca dei record del neo Governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca sta per entrare un nuovo trofeo. De Luca è il primo che designa non uno, ma due figli come eredi politici. Lascerà Piero, 35 anni, e Roberto, 32 anni, in campo. A confrontarsi. O a scannarsi, come qualcuno teme. Il tutto farà casistica, giurisprudenza, creerà un precedente su una situazione mai vista prima, ed in fondo è la musica di De Luca: osare quel che nessuno aveva mai osato, tipo candidarsi da condannato in barba alla legge Severino.
La vittoria del ras di Salerno libera due caselle: quella di sindaco e quella di parlamentare di riferimento del territorio (Fulvio Bonavitacola potrebbe entrare in giunta regionale). Due, come i figli di De Luca, per i quali si aprono praterie sconfinate. De Luca senior ha spianato la strada. E pensa a loro per il futuro. Sta per finire il tempo del “cappello su una sedia”, la definizione che l’ex assessore all’Urbanistica Fausto Martino diede di Mario De Biase, ex capo staff di De Luca, sindaco dal 2001 al 2006 “teleguidato da De Luca che dagli uffici della propria segreteria in via Testa inviava gli ordini attraverso i suoi messaggeri, coi dirigenti comunali che si rapportavano a De Luca, non a De Biase, mentre in Comune lavorava una persona il cui unico compito era quello di fare da tramite tra i due edifici”, e anche oggi, per la cronaca, il sindaco facente funzioni Vincenzo Napoli è un ex capo staff del governatore.
Sta per iniziare il tempo della dinastia. C’è già chi ipotizza per Roberto un futuro da primo cittadino e per Piero, che ha qualche problemino giudiziario (uno lo condivide col padre, un’inchiesta per corruzione su appalti e finanziamenti elettorali che cammina sottotraccia alla Procura di Salerno), il ruolo di deputato perché lo scudo parlamentare può far comodo. I due ragazzi, con ottimi curriculum universitari, sono ambiziosi e non lo nascondono.
Per ora ricoprono piccoli ruoli nel Pd: Roberto è responsabile del dipartimento Economia del circolo cittadino di Salerno, Piero fa parte dell’assemblea nazionale dem. Le postazioni giuste per spiccare il volo di qui a breve. Ma i due si marcano a uomo. Se Roberto si fa intervistare da Il Mattino che ne ipotizza l’imminente nomina nella giunta di Salerno, anticamera di una candidatura alle amministrative – un segnale per il sindaco facente funzioni ed ex capo staff di De Luca, Enzo Napoli, che deve sostituire gli assessori candidati ed eletti in consiglio regionale – ecco che il giorno dopo Piero si concede al Corriere del Mezzogiorno parlando del padre come “Vincenzo De Luca” e dichiarando di ritenere “un onore immaginare di governare la città, ma manca ancora un anno alle elezioni e in politica un anno equivale a un’era geologica”.
I ragazzi devono mettersi d’accordo: solo uno di loro può fare il sindaco. Deciderà il padre. Intanto la Procura continua a fare le pulci sulle grandi opere pubbliche di Salerno. Dopo il sequestro effettuato l’altro ieri dalla Dia, che ha sigillato il cantiere di Porta Ovest, il sistema di gallerie che collegherà il porto commerciale con lo svincolo autostradale, ieri i carabinieri hanno acquisito la documentazione dei lavori del porto di Santa Teresa e in particolare del molo che ha preso il posto di una scogliera, eretto a protezione di piazza della Libertà.