Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  giugno 05 Venerdì calendario

Cinque milioni di dollari per non protestare. Tanto ha dato la Fifa, dopo l’esclusione dai Mondiali, all’Irlanda per metterla a tacere: «Li abbiamo presi, ci facevano comodo». Storia della tangente più triste e più ridicola del mondo del calcio

La tangente più triste è pure la più ridicola: 5 milioni di dollari, gli spiccioli della Fifa andati però dove fa più male. A coprire un risultato, a decidere del campo, non proprio del gioco, ma in una zona già troppo vicino al cuore.
La federazione irlandese ammette di aver ricevuto una mazzetta come compensazione, di aver accettato soldi per un accordo, per non fare causa contro il gol di mano di Henry che ha portato la Francia ai Mondiali del 2010 ed escluso l’Irlanda di Trapattoni. Henry segna da guitto nei supplementari dei playoff spareggio, l’Eire si sente derubata e lo dice. Il Paese è allibito, i politici non parlano d’altro e il capo della federazione John Delaney va a protestare da Blatter. È inferocito e deciso a non portare rispetto per un uomo «più riverito di un capo di stato». L’Irlanda vuole la prova tv, il tribunale dello sport. Ha già consultato gli avvocati e cerca una sentenza storica: una bosman della moviola, un riscatto morale. Invece intasca i soldi e tace.
Effetti a catena
Dalla Fifa non ci aspettavamo più niente, la delusione arriva dall’Irlanda e soprattutto dall’orrenda sensazione che lo scambio di favori non fosse solo una macchina di potere legata a interessi superiori, connessi ma lontani dal pallone. Stavolta si parla di una squadra che sarebbe potuta andare ai mondiali, una qualificazione tanto insperata da avere i presupposti per cambiare un movimento. E se la Francia fosse stata esclusa? Niente Domenech isolato e zimbello, niente sciopero, niente umiliazione e inchiesta nazionale. Magari Ribery, squalificato al ritorno dal Sudafrica, non avrebbe deciso di trasferirsi in Germania per sempre. Quei 5 milioni sono una sliding door insopportabile, un grumo di possibilità parallele che scatena infiniti effetti a catena.
Fantomatico prestito
La Fifa stavolta non incassa. Ammette il pagamento ma rilancia contro l’Irlanda che avrebbe dovuto restituire il prestito, stanziato per un fantomatico stadio, quattro anni dopo in caso di accesso a Brasile 2014. Saltata la qualifica hanno stralciato il debito e sottolineato che «anche l’Uefa ha lavorato per l’accordo». Punto per Blatter, difficile che una trattativa con una federazione europea non abbia portato Platini al tavolo.
Delaney sostiene che 5 milioni erano utili, evidentemente dal suo punto di vista più di un Mondiale che sarebbe finito subito. La transazione è pure legale ma non è etica e comunque si porterà dietro una commissione di inchiesta oltre alla disillusione. Un conto è giocare con il prodotto interno lordo di un Paese spingendo voti a destra e a sinistra, un altro è decidere chi va ai quei Mondiali corrotti e chi no. Certo che entrambi i magheggi stomacano, ma purtroppo si era preparati alle candidature battezzate con gli assegni e non ci si aspettava che una federazione orgogliosa e passionale, tra l’altro adottata da tutto il tifo neutrale dopo quell’ingiustizia, cedesse così.
Delaney nell’intervista a Rte descrive un Blatter omaggiato dai membri Fifa, chiamato «sua eminenza» dalla Sierra Leone e dice pure che aveva il potere di metterlo a disagio perché fissava la sua fidanzata Emma sibilando lascivi «approvo». Ma 5 milioni hanno sistemato tutto. Senza più imbarazzi.