Libero, 3 giugno 2015
Tutti in auto blu al Quirinal Party offerto da Sergio Mattarella per la sua prima Festa della Repubblica. Ma non dovevano sparire? La piazza pubblica di fronte al Colle per la prima volta si è trasformata in una sorta di garage a cielo aperto, con file interminabili di Mercedes, Bmw, Audi, Lancia, Alfa Romeo, perfino qualche Jaguar di ordinanza
L’unica poveretta che è restata a piedi è Irene Pivetti. Forse molti non la ricordano più, ma è stata la più giovane presidente della Camera, fra il 1994 e il 1996. Capello corto e curato, vestito rosso fiammante delle grandi occasioni, la povera Pivetti ha incrociato le telecamere di Libero tv mentre parlava al telefonino. Non volendo essere scortese, ha salutato. E si è persa la telefonista del radio-taxi che le stava annunciando la sigla della vettura in arrivo. Un vero evento. Perchè la Pivetti era appena uscita dal Quirinal Party offerto da Sergio Mattarella per la sua prima Festa della Repubblica. E sola soletta ha iniziato appena uscita dal Quirinale una gimkana fra auto blu e autisti alla ricerca del suo povero taxi.
La piazza pubblica di fronte al Quirinale per la prima volta si è trasformata in una sorta di garage a cielo aperto, con file interminabili di Mercedes, Bmw, Audi, Lancia, Alfa Romeo, perfino qualche Jaguar di ordinanza. Centinaia, forse più di un migliaio considerando le strade limitrofe, di auto blu, presidiate sotto il sole cocente del primo giugno da autisti in livrea, da uomini si scorta con auricoli per essere preavvisati dell’arrivo dell’augusto ospite e della famiglia che lo accompagnava al Quirinal Party.
Pochi erano arrivati lì con mezzi propri: in lunghe ore si è scorto qualche giornalista, il conduttore tv Michele Santoro, il regista premio Oscar Paolo Sorrentino allontanarsi dal Quirinale senza autista e macchinone. Tutti gli altri hanno tirato fuori dalla naftalina e dall’embargo “politico” la propria auto di ordinanza. Manager pubblici, ministri, sottosegretari, ex presidenti della Camera, ambasciatori, parlamentari presidenti di commissione, dirigenti della pubblica amministrazione hanno sfoggiato quello che evidentemente ancora considerano uno status symbol necessario.
Pensavamo che gran parte di quelle macchine fossero finite su eBay per essere vendute, come aveva annunciato Matteo Renzi in una delle sue famose slides di inizio mandato. Immaginavamo che fosse l’ultimo benefit da mostrare (se ancora esistente) nell’invito al party del sobrio Sergio Mattarella, che fra i primi atti della sua presidenza ha voluto firmare una circolare proprio per restringere agli alti papaveri di palazzo l’uso dell’auto blu. E invece no, sfrontatissimi, eccoli lì Dario Franceschini e la bella moglie salire sulla lussuosa auto di servizio argentata (ma è comunque del ministero dei Beni culturali). L’ex presidente della Camera, Luciano Violante, salire a bordo di un’altra con la moglie, il giudice Giulia De Marco, in abito verde zaffiro. E Carlo Rubbia, senatore a vita? Ecco lì l’autista che lo attende. Più in là c’è quello di Francesco Caio, numero uno delle Poste italiane. E tanti, tanti, tantissimi altri.
Mai visto un tappeto così vasto di auto blu a coprire i sampietrini del centro di Roma, e la gente accorreva per scattare foto, indignarsi, talvolta perfino fischiare il papavero con la consorte in ghingheri per non sfigurare in questa lunga passarella davanti a Mattarella.
A leggere Carlo Cottarelli, sfortunato commissario alla spending review licenziato da Renzi pochi mesi dopo l’arrivo a palazzo Chigi, il taglio dell’auto blu è fra le riduzioni davvero impossibili della spesa pubblica. Cottarelli racconta nel suo ultimo libro l’uscita da una riunione di lavoro dal ministero dello Sviluppo Economico. Splendida giornata di sole romano, e con lui un funzionario del ministero dell’Economia. «Siamo in via Veneto, dieci minuti scarsi a piedi da via XX settembre, sede dell’Economia». Eppure il funzionario prende il telefonino e chiama il ministero: «Mi potete mandare una macchina che ho finito la riunione?». Annota Cottarelli: «Non sono colpevoli, sono semmai vittime di abitudini consolidate...». Abitudini che li hanno portati lì, con la loro auto di servizio. Al Quirinal Party del sobrio Mattarella...