La Stampa, 3 giugno 2015
In Cina la tragedia della nave a picco nel fiume: si temono 400 vittime. Il vento ha trascinato la Eastern Star lungo lo Yangtze poi l’ha rovesciata. A bordo 458 turisti, soltanto trenta in salvo. Migliaia di soccorritori al lavoro
Una tempesta sullo Yangtze, il mitico fiume azzurro cinese, ha causato una delle peggiori sciagure fluviali della Cina moderna: probabilmente il vento che raggiungeva i 130 chilometri all’ora – ha fatto entrare acqua dagli oblò della «Eastern Star», una nave da crociera di tre piani, con a bordo 458 persone. La furia delle raffiche e della pioggia l’hanno fatta capovolgere in soli venti minuti, la sera di lunedì. La notizia del disastro è stata data da un passeggero sopravvissuto, che ha chiamato i soccorsi appena raggiunta la riva.
La macchina dei soccorsi
Ieri sera, 24 ore dopo il naufragio, malgrado 4000 fra soccorritori, militari, sommozzatori e 110 navi mobilitate, solo 30 persone, fra passeggeri ed equipaggio, erano state riportate vive su terra ferma, e con il passare delle ore il timore di una tragedia di grande portata si è tramutato in certezza. Fra i sopravvissuti il capitano della nave, che è stato portato alla stazione di polizia per accertamenti. L’incidente si è verificato vicino alla città di Jianli, nella regione dello Hubei, mentre la nave percorreva il tratto di fiume che da Nanchino va verso Chongching, attraversano le famose Tre Gole.
Poche speranze
La televisione cinese continua a mostrare immagini di soccorritori in piedi sulla chiglia della nave, quasi completamente sommersa e adagiata alla rovescia sul fondale profondo 15 metri, che cercano di sentire se all’interno dell’imbarcazione cisia ancora qualcuno di vivo. L’operazione di salvataggio è resa più complessa da un maltempo costante, che ha reso le onde dello Yangtze più potenti e la corrente più forte del solito.
Poco dopo la diffusione della notizia, però, è anche entrato in azione l’imponente apparato propagandistico cinese, che ha bloccato interamente l’accesso alla zona, consentendo solo ai giornalisti dell’agenzia di stampa Xinhua (Nuova Cina) e alle telecamere della Chinese Central Television (Cctv) di avvicinarsi al relitto. Una circolare immediatamente diffusa a tutte le redazioni del Paese ha infatti ingiunto di non utilizzare né immagini né informazioni non ufficiali. Anche i giornalisti stranieri che hanno cercato di raggiungere il posto sono stati respinti.
Stop ai social network
La versione dei fatti distribuita dunque da Xinhua e CCTV mostra soccorritori ed esercito precipitarsi sul luogo del naufragio, e molte immagini del primo ministro Li Keqiang, che si è recato sul posto fin dalla mattina di ieri, mostrato mentre va incurante della pioggia vicino alla riva del fiume e poi mentre porta parole di conforto nell’ospedale dove sono stati portati i sopravissuti.
Appare chiaro che Pechino non vuole che si ripeta quanto avvenne nel 2011, quando due treni ad alta velocità si scontrarono vicino alla città di Wenzhou, causando la morte di 40 persone. Nelle ore successive i social media cinesi iniziarono a diffondere le notizie, mentre i media ufficiali cercavano di diffondere la versione dei fatti approvata dalla propaganda.