la Repubblica, 3 giugno 2015
Ora la nuova sfida per la guida del calcio mondiale sarà fra Platini e lo sceicco Al-Sabah. È già iniziata la corsa per raccogliere il testimone di Blatter: il francese prudente. Contro di lui l’ascesa e i soldi del Kuwait
Si riaprono i giochi, e la lotta per il controllo del calcio mondiale è destinata presto a riaccendersi, con un probabile duello tra Europa e Asia. La Fifa dovrà scegliere il suo nuovo presidente in un congresso straordinario elettivo, da tenere entro dicembre 2015 o, al più tardi, a marzo 2016. Ma già a Zurigo, subito dopo le elezioni che avevano riconfermato Blatter, c’era stata una riunione (segreta ma non troppo) fra Platini, il principe Ali bin Al Hussein e lo sceicco del Kuwait, Ahmad Al-Fahad Al-Sabah, 52 anni, nuovo membro del direttivo Fifa. Si era parlato già di strategie future e Ali aveva annunciato l’intenzione di ricandidarsi. Il principe, fratellastro del re di Giordania, forte dell’appoggio di Platini e dell’Uefa, era riuscito a prendere 73 voti (contro i 133 di Blatter) nelle elezioni della settimana scorsa. Ma Ali non ha sfondato in Asia, il suo continente, e tantomeno in Africa. Difficile che ora possa trovare un forte consenso nei pochi mesi che lo separano dalle nuove elezioni. Il dirigente olandese Michael Van Praag e il portoghese, ex campione, Luis Figo, si erano invece ritirati a pochi giorni dalle elezioni: se dovessero rifarsi sotto fra un anno (Figo lo aveva ventilato nei giorni scorsi) otterrebbero solo il risultato di spaccare in due l’Uefa.
Restano, quindi, almeno al momento, solo due possibili candidati: Michel Platini e lo sceicco del Kuwait. Il presidente dell’Uefa, pur sollecitato da più parti, aveva preferito rinunciare a sfidare Blatter, sapendo di andare incontro a una sconfitta sicura. A scandalo esploso, ha appoggiato con decisione il principe giordano, usando parole durissime nei confronti di Blatter. Molti paesi hanno seguito Platini: uno schiaffo per Blatter, con l’Uefa che aveva messo in programma una riunione per venerdì prossimo, a Berlino, alla vigilia della finale di Champions, per decidere se staccarsi o meno dalla Fifa. Ora, è tutto inutile. Si pensa al futuro, a trovare una convergenza sull’erede di Blatter. Platini è giovane, 50 anni, è all’Uefa dal 2007, e adesso può davvero scendere in campo. Ha lavorato bene in Europa. La riunione di venerdì a Berlino sarà comunque importante, perché le Federazioni europee potranno chiedergli quali siano le sue intenzioni future. Lui si aspettava (o auspicava) le dimissioni di Blatter, e adesso del suo nemico dice solo: «La sua decisione è stata coraggiosa, difficile, ma va nella giusta direzione». Non si è sbilanciato di più. Il momento è delicato, ogni mossa va studiata bene. Platini sa che ha anche parecchi nemici (qualcuno pure in Europa) e sapeva da giorni che Blatter era sotto inchiesta, tanto da non muoversi più dalla Svizzera.
L’uomo nuovo del nuovo corso del calcio mondiale però potrebbe essere lo sceicco del Kuwait, Ahmad Al-Fahad Al-Sabah, fresco membro della Fifa ma soprattutto presidente dell’Anoc, l’associazione dei 205 comitati olimpici mondiali. Un potere enorme, uno dei dirigenti in ascesa sul quale sono riposte molte speranze anche per la candidatura di Roma 2024: Malagò, appena entrato nella commissione affari pubblici e attività sociali del Cio, lo incontrerà venerdì a Losanna. Al Sabah per farcela dovrebbe però stringere un accordo con Platini,che gli porterebbe i voti dell’Europa: di sicuro dalla sua avrebbe l’Asia, ma potrebbe fare breccia anche in Africa. Le trattative inizieranno presto, anzi sono già iniziate. Una curiosità: il padre di Al-Sabah ai Mondiali dell’82 in Spagna scese campo durante la partita Francia-Kuwait per lamentarsi dell’arbitro sul 6-0 per i francesi. Fu ucciso poi nel ’91 quando le truppe di Saddam invasero il Kuwait.