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 2015  maggio 29 Venerdì calendario

Divorzio breve, è stata una coppia di Belluno, sposata nel 1999 e con due figli, la prima a essersi separata con la legge entrata in vigore martedì scorso. Sono stati i più veloci del Paese. L’Associazione matrimonialisti Italiani stima che, nel primo mese, le richieste oscilleranno tra 50mila e 200mila

È il tempo a dare la misura dell’amore. Soprattutto, quando finisce, a giudicare dalla velocità con cui molte coppie hanno deciso di avvalersi della norma sul divorzio breve diventata, nella pratica dei primi giorni, vera e propria consuetudine del divorzio lampo. È stata una coppia di Belluno, sposata nel 1999 e con due figli, la prima ad aver divorziato con la legge entrata in vigore martedì scorso. La domanda è stata presentata in Comune alle 8.03 del primo giorno, andando subito alla registrazione. Dopo quattordici mesi di separazione, i coniugi, ora ex, non hanno voluto aspettare un istante per dirsi addio e hanno conquistato il primato nazionale. Sono stati i più veloci del Paese.
LE STORIE
E sì che in molti hanno tentato lo sprint. Il divorzio è stato questione di pochi minuti pure per una coppia di Oristano, separata da due anni e mezzo. Velocista dell’addio anche una donna di Udine che, decisa a risposarsi a breve, dopo un anno e mezzo dalla separazione ha depositato l’istanza di divorzio consensuale dall’ex-marito. Sarà una festa a quattro quella che, ad Ancona, Margherita, 30 anni, celebrerà con il futuro sposo e l’ex-marito con compagna, da cui ha avuto un bimbo. «Avevo 23 anni quando mi sono sposata, lui 26 – racconta – abbiamo fatto un errore, ora abbiamo nuovi progetti di vita e sono quelli giusti. Ho già fissato la data del matrimonio: sarà a marzo 2016». A chiedere rapidamente il divorzio è stata l’ex-attrice hard Selen, sposatasi nel 2012, che ha depositato la richiesta al tribunale di Ravenna alle 8.30 del primo giorno, nella speranza di chiudere tutto entro l’estate. Così molte altre coppie. Ed è l’inizio.
LE STIME
L’Associazione matrimonialisti Italiani stima che, nel primo mese, le richieste oscilleranno tra 50mila e 200mila. Numeri che danno la misura dell’attesa e ritraggono un Paese dalle numerose convivenze forzate. «A Salerno seguo il caso di un uomo separato dal 2006, che ha visto la sua sentenza rimandata più volte per un’alternanza di giudici – racconta l’avvocato Mariarosaria Della Corte – vive con un’altra donna e ha figli, attende la sentenza per sposarla. L’iter per il divorzio va avanti da circa dieci anni per un caso a Roma. La norma non tutela abbastanza i diritti del minore alla giusta elaborazione temporale del lutto familiare, ma ritengo sia una riforma eccellente: la società è fatta al 40 per cento da coppie di fatto che non sempre lo sono per libera scelta».
LE NORME
La normativa arriva dunque a risolvere rapidamente situazioni tese e condizioni familiari difficili, con tutte le complicazioni dei singoli casi e, spesso, delle rispettive famiglie allargate. Ora bastano sei mesi per dirsi addio, se la separazione è consensuale. Occorre un anno, se è giudiziale. E i tempi non mutano con la presenza di figli. Sciolta l’unione si scioglie la comunione dei beni, per la quale prima occorreva attendere il passaggio in giudicato della sentenza. La nuova normativa è operativa anche per i provvedimenti in corso, quanto basta per far levitare in modo monumentale il numero di domande. La soluzione è più semplice del previsto, anzi è “facile”, come il divorzio che, senza figli o accordi patrimoniali da siglare, si può registrare negli uffici comunali. «L’età media di chi si separa – conclude Della Corte – è scesa: 28/35 anni per lei e 35/44 per lui, in media si lasciano dopo due o tre anni di matrimonio». Quanto basta evidentemente per capire di avere – e volere – tutta la vita, ancora, davanti.