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 2015  maggio 27 Mercoledì calendario

Il miracolo di Michi: risucchiato da un mulinello, è stato per 43 minuti sotto le acque del naviglio. Aveva una possibilità su un milione di salvarsi e il San Raffaele ci è riuscito. È stato sedato e collegato a un “super bypass”, l’Ecmo, per drenare, riscaldare e ossigenare il sangue. A poco a poco si è stabilizzato. Ha perso la gamba destra, amputata sotto il ginocchio, ma è vispo e cosciente

Michi ha 14 anni e parla tre lingue. Studia informatica al primo anno in un istituto tecnico, ma la sua passione è la Juve. E ogni primavera la finale di Champions per lui è imperdibile: «L’hanno già giocata?», ha chiesto dopo essersi svegliato. Michi un mese fa si è tuffato nelle acque del Naviglio a Castelletto di Cuggiono, in provincia di Milano. Acque torbide e piene di mulinelli: uno lo ha trascinato giù, e lui è rimasto sott’acqua per 43 minuti, con il cuore che a poco a poco smetteva di pompare e il sangue di circolare. Quando i vigili del fuoco lo hanno recuperato, la convinzione di tutti – anche della mamma, che aveva guardato i soccorritori al lavoro – era che non ci fosse più nulla da fare. Gli operatori del 118 però sono riusciti a far ripartire il battito cardiaco, e il ragazzo è stato portato al San Raffaele di Milano. Dove i medici hanno deciso di sfruttare l’unica chance possibile: che l’acqua fredda fosse riuscita a preservare gli organi. Un’intuizione vincente: oggi Michi è cosciente e vigile. Chiede a mamma Lela e papà Stefan dei compagni della squadra in cui gioca e degli amici di scuola. Scherza con tutti: «Ieri aveva sete, ma altro che acqua: ci ha chiesto un mojito».
È una storia che in ospedale definiscono «straordinaria», quella di Michael. Una storia che per la mamma, tedesca trapiantata in Italia, è «un miracolo, frutto dell’alleanza tra Dio e la scienza. Un miracolo è qualcosa di così straordinario da essere impossibile da spiegare. Ed è quello che è successo: Michi al fiume era senza vita, ora ne è pieno». Il ragazzo è rimasto sul fondo del Naviglio per oltre 40 minuti: l’acqua era a 15 gradi e la sua temperatura corporea a 29. Non è affogato perché l’arresto cardiaco, combinato con il freddo, ha impedito ai polmoni di riempirsi d’acqua. Ma le sue condizioni sembravano senza speranza: prima del San Raffaele, il 118 avrebbe contattato un altro ospedale, che però avrebbe rifiutato il ricovero vista la situazione.
In via Olgettina, il reparto di Rianimazione guidato da Alberto Zangrillo ha accettato il caso: «Abbiamo considerato – spiega Zangrillo, noto anche per essere il medico di Silvio Berlusconi – la giovane età del paziente, e la possibilità che il freddo fosse riuscito a preservare gli organi vitali. Il quadro era fuori dai parametri della letteratura, per la quale la ripresa è possibile se la temperatura dell’acqua non supera i 5 gradi e il periodo sotto non è oltre i 20-25 minuti». E aggiunge: «Ho detto alla madre: Michi ha una possibilità su un milione di farcela. Ci lasci tentare». Per giorni, è stato sedato e collegato a un “super bypass”, l’Ecmo, per drenare, riscaldare e ossigenare il sangue. A poco a poco si è stabilizzato, è stato risvegliato e staccato dal macchinario. Ha perso la gamba destra, amputata sotto il ginocchio, ma è vispo e cosciente: tra qualche giorno sarà trasferito in una struttura di riabilitazione. Per tornare in classe forse già a settembre, quando compirà 15 anni.