il Messaggero, 22 maggio 2015
Sesso sui treni con minori. Fermato anche un parroco. Al binario 29 della stazione Termini ragazzi rom tra i 13 e i 17 anni si facevano adescare da anziani uomini, professionisti e senza fissa dimora, commercianti, e persino da un prete. I clienti di passaggio, pagavano fino a 50 euro per avere rapporti in viaggio, nei bagni o in hotel vicini
Giovanissimi rom sulle scale mobili, lato via Giolitti: non puntavano i turisti, per derubarli, ma adescavano e si facevano adescare da anziani uomini, professionisti e senza fissa dimora, preti, commercianti e pensionati. Appuntamento al binario 29. Strani movimenti seguiti per un anno dalla polizia della Stazione Termini che hanno portato all’arresto di sette persone, e al fermo di un frate di 68 anni, parroco in due frazioni di Viterbo. Il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Cristiana Macchiusi avevano chiesto l’arresto per diciassette, con l’accusa di prostituzione minorile, ma il numero degli indagati è molto più alto. Così come quello dei ragazzini, almeno una trentina.
LE INTERCETTAZIONI«Al binario 29, conosci il binario 29?...c’ho uno fisso che me vie’ con 10 euro e me lo tengo, hai capito, anzi te volevo fa vedere chi era, almeno te lo facevi pure te!». Non è passato inosservato quel giro di ragazzini e ragazzine tra i 13 e i 17 anni, tutti di etnia rom, che di giorno e di notte parlottavano e poi seguivano quegli uomini tra i 35 e gli 80 anni, in pieno giorno o nel buio della notte. Soprattutto lungo la banchina del binario 29: il più vicino alle scale mobili, il più defilato, quello dove stazionano gli interregionali, dove la terra è ancora più di nessuno. Un passaparola, tra viaggiatori, con ragazzini pronti a prostituirsi nei bagni della stazione e dei fast food, nei vagoni vuoti dei treni in sosta, negli hotel intorno alla stazione, in abitazioni private.
Gli agenti della Polfer guidati da Emanuele Fattori hanno notato il viavai di anziani, hanno incrociato i rapporti telefonici che intercorrevano tra quei personaggi e i minori rom, sempre gli stessi, una quindicina («Io sto andando via perché ho appena fatto al binario 29 con un ragazzo che era quì alle scale mobili...»). Per uno degli indagati, tra marzo e agosto, le telefonate sono 51. Poi hanno visionato le telecamere e sono entrati in azione: i primi ad essere arrestati nell’operazione Meeting point, un 79enne e un 69enne colti in flagrante, uno dentro un convoglio ferroviario in sosta, laggiù nei vagoni più periferici e lontani. L’altro mentre iniziava un rapporto sessuale nei pressi del cimitero del Verano. In cambio le loro prede avrebbero ricevuto tra i 10 ai 50 euro, a volte i soldi per una colazione al bar, per comprare scarpe, vestiti, ricariche telefoniche. La maggior parte dei genitori non erano al corrente di nulla, ancor più che nella comunità rom la prostituzione è malvista. I clienti venivano a prenderli e in alcuni casi se li portavano a casa e poi li riaccompagnavano alla stazione.
MANETTE NON SOLO NEL LAZIOLe manette sono scattate nei confronti di otto persone (anche se una è ancora irrintracciabile) non solo nel Lazio, ma anche a Napoli, Chieti e Vigevano, Rieti. Le misure cautelari riguardano un commerciante di articoli medici, un ex prete, Luca Galleschi, originario della Toscana e già allontanato dalla parrocchia di cui era titolare per altri reati; un sacerdote Placido Greco, residente a Fiumicino e parroco di due chiese nel Viterbese, un pr che lavora nelle discoteche del litorale, un extracomunitario, due operai senza fissa dimora. Le indagini non sono concluse, altri arresti potrebbero esserci.
Nei prossimi giorni, intanto, la commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza chiederà un’audizione con i funzionari della polizia ferroviaria.