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 2015  maggio 20 Mercoledì calendario

Jane Fonda e l’eterna giovinezza. Barbarella sfila sul Red Carpet di Cannes: «Se mi avessero detto che a 77 anni avrei danzato con la forza creativa di Sorrentino non ci avrei creduto». L’attrice americana racconta le sue mille vite, dell’adolescente che scoprì che la madre si era uccisa alla «vecchia ragazza» che è oggi, passando per le proteste contro il Vietnam, il cinema, i suoi amori e qualche ritocco: «Un ginocchio rimodellato come qualche anello della spina dorsale, un’anca e le forme del mio petto. All’aeroporto, il metal detector suona per il mio corpo»

«Ho amato senza riserve La grande bellezza. Quella pellicola mi ha dato emozioni forti, riportandomi alla Roma dal colore ocra delle sue case e della mia giovinezza. Quindi, l’anno scorso sono volata a Roma, con il cuore che batteva come quello di una adolescente, quando Paolo Sorrentino mi ha chiamata per un ruolo in Youth – La giovinezza», afferma Jane Fonda.
Lei era corsa a Roma anche nel lontano 1967 per girare «Barbarella»…
«Vero. E in tempi di donne forti sullo schermo, mi piace che si ricordi Barbarella diretto dal mio primo marito, Roger Vadim. Anzi, ex marito come io chiamo i miei tre uomini, ossia lui, l’attivista liberal Tom Hayden e il mogul della tv Ted Turner. Oggi sono serena e forte con il mio compagno da tanti anni, Richard Perry, produttore musicale quasi mio coetaneo».
Allora aveva 30 anni...
«Sono nata il 21 dicembre del ’37, oggi ne ho 77 come quando nel 2014 il vostro regista mi ha offerto il mio ruolo in Youth. In mezzo a queste due date, 1967-2014, c’è quasi tutta la mia vita di donna. Io continuo a considerarmi una vecchia ragazza, che era andata dalla California a New York come liberal e poi ci era tornata come rivoluzionaria, soprannominata Jane Hanoi (per le posizioni contro la guerra in Vietnam ndr). Ora interpreto un’attrice ottuagenaria. Il futuro? Non escluderei un seguito di Barbarella».
Dicono a Hollywood che lei non si comporta mai da star e sa essere una vera amica…
«Lo sono e ho appena celebrato i trent’anni e passa di conoscenza con Lili Tomlin. In queste settimane gli americani ci possono vedere nella serie tv Grace and Frankie: siamo due donne che si devono aiutare, anche se prima si detestavano, perché i loro due mariti si sono innamorati e appaiono decisi a vivere la loro omosessualità repressa. L’amore, come la giovinezza, ha una forza che non puoi contrastare o calpestare».
Le capita di guardare gli anni verdi delle nuove attrici con una sfumatura di gelosia?
«Mai. La giovinezza per me è sempre la celebrazione della vita e della bellezza. Nel vederla sui volti degli altri mi regala la stessa gioia che mi procurano i miei figli ormai adulti e i miei due nipotini, i figli di Vanessa».
Nel film di Sorrentino lei ha 81 anni, esibisce parrucche, è una anziana diva del cinema, Brenda Morel…
«Vero, ma le mie sequenze mi hanno accesa di vitali scintille perché Paolo è un autentico artista. Mi sembra un nuovo Fellini. Paolo porta l’immaginazione sullo schermo a braccetto con la realtà e la società, la mente e il cuore. La mia gioia di essere a Roma e di scattare fotografie dei vostri secoli riflessi in Chiese e palazzi, nonché il gustare i piatti preparati dalla deliziosa moglie di Paolo, Daniela, è stata tale che ogni giorno mettevo nel mio blog immagini delle vostre meraviglie, ricette comprese».
Interpretando il film ha pensato alle donne ringiovaniscono con qualche aiuto e alla sua forma attuale, sottile come un tempo?
«Anche se il giro vita è lo stesso, io non ho mai ho nascosto che la mia “eterna giovinezza” ha un ginocchio rimodellato come qualche anello della spina dorsale, un’anca e le forme del mio petto. All’aeroporto, il metal detector suona per il mio corpo».
Però è autentica anche nel confessare la sua chirurgia estetica…
«E guardo con curiosità le nuove generazioni che scattano selfie con capelli blu, rosa… La loro ricerca di identità mi pare genuina».
Cosa resta della militanza politica?
«Oggi voglio essere soprattutto vera come amica, nonna e madre. A raccontare la Jane Fonda del cinema sono i miei due Oscar vinti, qualche moderna commedia, i miei libri da ex hippie. Mi piace il titolo di un mio libro My life so far, la mia vita sinora».
La vedremo anche in Fathers and Daughters di Gabriele Muccino...
«Dove non sono una guru dell’aerobica... Impersono l’agente di uno scrittore che ha qualche disturbo mentale ed è interpretato da Russell Crowe».
La sua giovinezza è stata sempre gioiosa?
«Scopersi solo nella tarda adolescenza che mia madre si era uccisa. Divenni bulimica. Un giorno mi dissi che potevo farcela e presi in mano la vita».
Da allora l’ha sempre tenuta con forza?
«Non sempre, ma in tante tappe. Lasciai il cinema per andare a vivere ad Atlanta con Ted Turner, dove ancora oggi è la mia base se non sto con figli e nipoti nel mio ranch in Nuovo Messico. Per 15 anni scelsi un’altra esistenza, senza alcuna nostalgia dei set. Ritornai al cinema a 65 anni. Se mi avessero detto che a 77 anni avrei danzato con la forza creativa di Sorrentino non ci avrei creduto».
Non ha mai rimpianti?
«No, ma quando incontro il mio grande amico Robert Redford, gli dico sempre che mi piacerebbe dare un seguito al nostro film A piedi nudi nel parco. Potremmo andarci in pantofole oggi…».