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 2015  maggio 19 Martedì calendario

L’uomo che ha investito Tania finisce dietro le sbarre. Pietro Sclafani, 50 anni, dopo l’incidente si è fermato, è sceso dalla macchina, ha visto la donna a terra e poi è ripartito: per il giudice c’è il pericolo di fuga e pure quello di reiterazione del reato, anche se non era sotto effetti di stupefacenti

Finisce in carcere il pirata della strada che domenica ha falciato Tania Valguarnera, la giovane artista che stava andando a lavorare in un call center. È questo il primo atto di quella «punizione esemplare» evocata a caldo dal procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi. Troppo grave il suo comportamento per restare ai domiciliari, secondo il giudice Daniela Vascellaro che ieri ha letto in aula l’ordinanza di cinque pagine con cui Pietro Sclafani, 50 anni, viene inchiodato alle sue responsabilità.
«Grave disattenzione e negligenza – si legge nel provvedimento – da parte dell’indagato che, distratto e anche impegnato al telefono, non si accorgeva del pedone ben visibile sulle strisce, lungo un rettilineo pressoché deserto e con un ampio ombrello». Già, avrebbe parlato al cellulare l’uomo cui avevano ritirato la patente dopo una sfilza di multe per eccesso di velocità che gli avevano azzerato i punti necessari a guidare. Proprio il giorno dell’incidente sarebbe dovuto andare dai carabinieri a consegnare il documento, sospeso dopo l’ennesima contravvenzione. Adesso è finito in cella perché, secondo il giudice, c’è il pericolo di fuga e pure quello di reiterazione del reato. Considerazioni desunte dal suo comportamento: le telecamere e i testimoni che hanno assistito all’impatto – il corpo della ragazza, un fuscello di trent’anni, è volato ed è poi finito sulla corsia riservata agli autobus – registrano impietosamente gli istanti successivi all’incidente. Sclafani si è fermato, è sceso dalla macchina, ha visto la donna a terra e poi è ripartito.
Testimonianze secondo cui non viaggiava sulla corsia preferenziale, ma a velocità sostenuta in mezzo alla strada, mentre la ragazza camminava sulle strisce pedonali nel pieno del nubifragio che domenica ha investito la città. La madre non si dà pace. «Ha ucciso il mio angelo, deve morire», ha ripetuto a Rossella Stella, l’amica che lavorava con lei al call center Almaviva. «Le metterò il vestito bianco che aveva scelto e la fede al dito – dice il fidanzato Francesco, con cui avrebbe dovuto sposarsi il 25 settembre – giurandole amore eterno. Tutti coloro che ci vogliono bene saranno i miei testimoni. Lo devo a Tania, lo devo ai suoi desideri in nome di tutto quello che avevamo costruito. Tutto spazzato via in un momento da un uomo che ieri si è presentato in tribunale a viso aperto, senza chinare la testa, provando a smentire i risultati del narcotest che hanno riscontrato nel suo sangue tracce di oppiacei, cannabis, anfetamine, ecstasy. Nel sangue, non nelle urine. Segno di un’assunzione non recente, ma «sedimentata». Il pirata della strada non sarebbe stato sotto l’effetto di stupefacenti, insomma, al momento dell’impatto, ma ne avrebbe fatto uso in passato.
«Mai assunto droghe», ha tagliato corto lui. Ma per il giudice resta la «particolare gravità del reato» e la «rilevante colpa». Le accuse sono di omicidio colposo, omissione di soccorso, guida senza patente. E mentre Sclafani veniva portato in carcere, un’altra donna veniva falciata a Palermo. Nelle stesse ore in cui si celebravano i funerali di una pensionata travolta da un’auto venerdì, dopo aver gettato la spazzatura nel cassonetto di fronte a casa.