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 2015  maggio 19 Martedì calendario

Mentre Renzi punta l’indice contro chi boicotta i test Invalsi si scopre che fra chi ha fatto saltare la prova ci sono anche gli studenti di sua moglie Agnese Landini: la 2B dell’istituto superiore Balducci di Pontassieve, anziché svolgere l’esame di italiano — la materia insegnata dalla moglie del premier —, hanno scarabocchiato i fogli dei compiti, invalidando l’esame

Matteo Renzi punta l’indice contro chi boicotta i test Invalsi. E fra chi ha fatto saltare la prova ci sono anche gli studenti di sua moglie Agnese Landini: la 2B dell’istituto superiore Balducci di Pontassieve, anziché svolgere l’esame di italiano – la materia insegnata dalla moglie del premier –, hanno scarabocchiato i fogli dei compiti, invalidando l’esame. È successo martedì scorso. La prova di matematica salta, il docente incaricato di controllare lo svolgimento degli Invalsi sciopera. Quella di italiano, invece, si può svolgere regolarmente; ma i ragazzi della professoressa Landini adottano in blocco la strategia del sabotaggio: nessuna risposta alle domande a crocette, soltanto disegnini e scarabocchi. «Sì, in 2B gli Invalsi sono stati completamente boicottati – ammette il preside, Giulio Mannucci – il test di italiano si è svolto, ma gli studenti non lo hanno compilato come si deve. La prova non è valida». Sui venti test previsti all’istituto Balducci, ben sette sono saltati per il boicottaggio, ma solo due a causa degli studenti. Per Agnese Landini, favorevole allo svolgimento degli Invalsi, il colpo deve essere stato duro: l’esame è anche una valutazione della qualità dell’insegnamento e il «non pervenuto», quindi, va in qualche modo a colpire il docente. «Probabilmente i ragazzi della 2B si sono fatti prendere dall’occasione ghiotta di notorietà» commenta Mannucci. Non è forse un caso che domenica, all’Arena di Massimo Giletti su Rai1, Matteo Renzi non se la sia presa solo con i docenti che scioperano, ma si sia rivolto agli stessi studenti: «I test vanno fatti», li ha ammoniti. Ora, la controffensiva non parte da Roma, ma da Pontassieve: «Che gli studenti possano sottrarsi a una prova che viene loro chiesta per farci sopra del ribellismo ludico, giocherellando a fare i rivoluzionari, produce effetti negativi sul clima della scuola – dice il preside Mannucci —. Al prossimo consiglio di classe, che si terrà il 3 giugno, proporrò dei provvedimenti contro di loro. Altrimenti il sistema non si regge più in piedi».