La Stampa, 15 maggio 2015
«Insegnanti precettati se bloccano gli scrutini». Il garante interviene sul ventilato sciopero dei professori contra la riforma del governo Renzi. Alla Camera si apre la discussione su #labuonascuola
La scuola «primo punto cardine di una scelta politica e culturale». Che torni a essere «strumento di mobilità sociale come è stata in altri tempi», che possa generare «inclusione, mobilità, dinamismo culturale», e «indirettamente sviluppo». La presenta così, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, la riforma della scuola approdata ieri in Aula alla Camera a cui il premier Renzi tiene tanto da esporsi con un video di spiegazione armato di gessetti e lavagna (a cui l’Unione degli studenti risponde con un ironico contro-video) ma che continua a incontrare aspre critiche da addetti ai lavori e sindacati. Tanto che nei giorni scorsi si è arrivati alla minaccia dello stop degli scrutini di fine anno: «Allo stato non c’è alcuna comunicazione ufficiale di uno sciopero finalizzato a bloccare gli scrutini», fa sapere il presidente dell’Autorità garante degli scioperi, Roberto Alesse; se però succedesse, avverte, «lo strumento della precettazione» sarebbe «la via obbligata e doverosa per evitare la paralisi dei cicli conclusivi dei percorsi scolastici (esami di terza media, maturità, abilitazioni professionali)».
L’invito dei sindacati
Si comincia oggi con i voti; l’ok finale che spedirà la riforma al secondo passaggio, al Senato, è previsto per mercoledì alle 13. E per oggi alle 16.30 i sindacati – le segreterie regionali del Lazio di Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unams – hanno invitato i parlamentari in piazza a due passi da Montecitorio, in un’assemblea pubblica per spiegare le ragioni del loro dissenso. Bisseranno con uno «speaker’s corner» nei giorni caldi dell’approvazione la settimana prossima. Oggi risponderanno all’invito da Sel e dal M5S, ma ci sarà anche Stefano Fassina, che ha subordinato la sua permanenza nel Pd proprio a «radicali correzioni» del provvedimento, e il collega Alfredo D’Attorre, tra quelli della minoranza dem che hanno presentato emendamenti: «Da come risponderà il governo dipenderà il mio atteggiamento in Aula», dice. Perché nella minoranza alcuni aspetti non convincono, dalla gestione del 5x1000 ai poteri del preside: le aree legate a Speranza e Cuperlo si sono riunite ieri mattina per discutere e condividere alcuni emendamenti. «Quando scioperano 618mila persone, un grande partito come il Pd fa di tutto per assumere il loro punto di vista», insiste l’ex capogruppo.
Basta terapia intensiva
«Il nostro obiettivo è ricostruire la normalità che decenni di scelte mancate hanno fatto scomparire, cioè che chi lavora nella scuola sia scelto in base al fabbisogno e selezionato attraverso concorso pubblico», spiega la ministra Giannini, difendendo anche uno dei punti più contestati, sulla valutazione degli insegnanti: «Peggio della valutazione c’è solo la non valutazione, ed è quello che non possiamo più tollerare». Una parola anche sulle assunzioni: «Non siamo paladini dei precari, ma poniamo termine al precariato per far uscire la scuola da una terapia intensiva continua».